Pensioni, allo studio un bonus per chi rinvia l'uscita dal lavoro

Pensioni, allo studio un bonus per chi rinvia l'uscita dal lavoro
2 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Novembre 2022, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 4 Novembre, 19:11

(Teleborsa) - Prende forma la proposta del governo sulla decontribuzione per incentivare i lavoratori in possesso dei requisiti di pensione a rimanere al lavoro. Una sorta di "premio" per chi rinvia la pensione, con una busta paga maggiorata di un terzo per evitare nuove fughe soprattutto dal pubblico impiego, medici in primis. La misura dovrebbe trovare spazio già nella Legge di Bilancio dove dovrebbe spazio anche i provvedimenti per Quota 102 sostituire, magari trovare una versione rivista (62 o 63 anni d'età e 41 di versamenti). Requisiti richiesti minimi per accedere alla pensione che, anche se in più di un caso differiscono tra le varie categorie, diventerebbe la soglia oltre la quale scatterebbe l'incentivo.

L'ipotesi allo studio per favorire il ciclo delle pensioni, però non prevederebbe una soglia rigida di 63 anni per l'utenza dell'incentivo. La soglia effettiva sarebbe rappresentata dai requisiti minimi previsti per l'accesso alla pensione fissati per le singole categorie che dipendono dal meccanismo di decontribuzione . Attualmente, ad esempio, una parte della platea dei medici può optare per l'uscita dal lavoro anche con 62 anni d'età e 35 di contribuzione oppure con 42 anni di versamenti (riscatti inclusi) a sott'acqua dall'età anagrafica.

Nelle intenzioni del governo – e in particolare della Lega che si è fatto promotore dell'intervento – il bonus per ritardarei pensionamenti dovrebbero essere garantiti a un vasto raggio: se non proprio per tutti, almeno per la maggior parte dei lavoratori. Ma resta sul tavolo l'ipotesi di incentivi limitati ad alcune categorie, privilegiando quelle con sofferenze d'organico e quei settori del pubblico che a causa dell'elevato numero uscite register negli anni di Quota 100 seguite a una lunga fase di blocco del turno oltre , presenta molte aree con vuoti di personale, non ancora colmati dall'operazione " concorsi pubblici ". Se approvato il nuovo meccanismo con i premi scatterebbe in ogni caso sul fronte della sanità per evitare che la presenza dei medici nelle strutture ospedaliere si riduca ulteriormente.

L'ultima volta che si è fatto ricorso a un sistema di premi per disincentivare il pensionamento è stato nel 2004, con il bonus Maroni . Quell'anno venne introdotto il sistema di incentivi sulla riforma previdenziale. Un sistema che dovrebbe essere replicato anche se con alcune non differenze, soprattutto per quel che riguarda i requisiti maturati. All'epoca chi andava in pensione essendo in possesso di 40 anni di contribuzione poteva continuare a lavorare aggiungendo alla retribuzione tutti i contributi previdenziali.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA