Pensione anticipata, da quota 103 (con assegno limitato) all'Ape sociale: tutte le vie per uscire nel 2023

La Legge di bilancio ha aperto una nuova finestra per chi vuole uscire nel 2023. Vediamo tutte le opzioni in campo

Pensioni, da quota 103 (con assegno limitato) all'Ape Sociale: ecco tutte le vie per uscire nel 2023
di Roberta Amoruso
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 29 Dicembre, 07:44

Il futuro è quello che vedrà scattare il pensionamento con 41 anni di contributi. Punto, non ci sarà il parametro dell’età. Ad annunciarlo al Messaggero il sottosegretario all’Economia Federico Freni guardando al tavolo con le parti sociali che affronterà il nodo ancora aperto della flessibilità in uscita. «La scelta è chiara», ha detto, «quota 41 è un metodo, non uno spot. Solo ragioni di costo hanno richiesto l’inserimento di un coefficiente anagrafico a 62 anni, ma il futuro è verso l’azzeramento progressivo del limite di età. Quindi si potrà andare in pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età».

Nel frattempo, la Legge di bilancio ha aperto una nuova finestra per chi vuole uscire nel 2023. Vediamo tutte le opzioni in campo. La Legge di Bilancio approvata in Consiglio dei ministri il 21 novembre scorso prevede alcune novità. Ma gli aggiustamenti definiti ai nodi critici della Legge Fornero arriveranno più il là. Serve più tempo per rivedere il sistema nel suo complesso.

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STOP ALL’”ASPETTATIVA DI VITA”

Il governo ha di fatto bloccato fino al 2026 l’adeguamento dell’anzianità contributiva alla speranza di vita., un meccanismo attuato soltanto in Italia.

Fino al 31 dicembre 2026 sarà infatti possibile agganciare il pensionamento di vecchiaia anticipato con anzianità contributive a 42 anni e 10 mesi per i maschi e un anno in meno per le donne. Senza l’intervento ad oggi l’anzianità contributiva sarebbe fissata a circa 43 anni e 5 mesi per i maschi e un anno in meno per le donne.

L’OPZIONE QUOTA 102

Chi matura nelle prossime ore, purché entro fine 2022, il la cosiddetta Quota 102, (64 anni di età e 38 anni di contributi) può ancora chiedere l’accesso alla pensione anche negli anni successivi: nel 2023 e 2024. Ma attenzione, chi sceglie Quota 102 non può cumulare i redditi da lavoro con quello della pensione fino al compimento dell’età di vecchiaia (67 anni). Non solo. Va messo in conto che ogni anno di anticipo riduce di circa 2,2% l’importo della pensione perché andando prima si beneficia della pensione per più anni. Questo perché oltre il 90% dei possibili beneficiari di Quota 102 ha la pensione calcolata per circa il 70% con il metodo di calcolo contributivo. occorre considerare che ogni anno di anticipo riduce di circa 2,2% (il 70% di 3,2 circa) l’importo della pensione perché andando prima si beneficia della pensione per più anni (non è una penalizzazione ma un semplice calcolo attuariale). Considerando che il diritto è maturato, si può posporre la richiesta almeno per chi è in condizione di poterlo fare per beneficiare di un coefficiente di conversione più favorevole e quindi di una maggiore pensione.

 

LA PENSIONE DI VECCHIAIA

Va ricordato che l’età per la pensione di vecchiaia resta a 67 anni fino al 31 dicembre del 2024. Ma, come già sottolineato, per il 2023-2024 l’adeguamento alla speranza di vita rimane bloccato; pertanto, la pensione di vecchiaia si potrà ottenere con 67 anni di età e almeno 20 anni di contribuzione. Sempre a 67 anni è prevista l’erogazione dell’assegno sociale.

L’APE SOCIALE

Un capitolo a sè è quello dei lavoratori precoci che hanno lavorato per almeno 12 mesi prima di compiere i 19 anni di età versando regolarmente i contributi sociali e che contemporaneamente rientrano in una delle quattro categorie dell’APE sociale. Questi possono andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica fino al 31 dicembre 2026. Chi sono i precoci che rientrano in una delle categorie previste da APE Sociale? Eccoli:

1) i dipendenti in stato di disoccupazione, a causa di un licenziamento individuale o collettivo, per giusta causa o risoluzione consensuale, che abbiano terminato da almeno 3 mesi, la fruizione della Naspi o altre indennità spettanti;

2) i lavoratori dipendenti ed autonomi che al momento della domanda, assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi della legge 104/1992: i cosiddetti “caregiver”;

3) i dipendenti ed autonomi con riduzione della capacità lavorativa pari ad una percentuale di invalidità civile superiore o uguale al 74%; 4) i lavoratori che svolgono attività usuranti o particolarmente gravose svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa e specificate nelle leggi di bilancio 67/2011, del 2017 e 2021. Ape sociale che permette il pensionamento a 63 anni di età è prorogata anche per il 2023? Viene prorogata anche Ape Sociale che consente il pensionamento con 63 anni di età, e alternativamente: almeno 30 anni di contributi (per disoccupati, invalidi civili con grado di invalidità maggiore al 74% e i cosiddetti “caregivers” cioè chi si occupa di assistere un familiare “in situazione di gravità” (si vedano le causali per i precoci alla lettera precedente) o almeno 36 anni di contribuzione nel caso siano stati lavoratori addetti ad attività “gravose” ricordando che per alcune categorie di lavori “gravosi” la normativa prevede il requisito di 32 anni di contributi. Per le donne in stato di disoccupazione o di occupazione in lavori “gravosi”, i suddetti requisiti contributivi sono ridotti di 12 mesi per ogni figlio, per un anticipo massimo di due anni.

I REQUISITI DI QUOTA 103

Quota 102 ha ormai le ore contate. È ancora possibile il pensionamento per chi che matura entro il 31 dicembre 2022 il requisito congiunto di almeno 64 anni di età e 38 di contributi. Con l’anno nuoco scatta invece Quota 103 (62 anni di età e 41 anni di contributi). La differenza? Mentre con Quota 102 i beneficiari possono andare in pensione senza limiti di assegno, con Q103 si potrà avere un assegno di importo massimo pari a 5 volte il trattamento minimo (circa 2.625 euro) fino al raggiungimento dei requisiti di vecchiaia della Legge Fornero, cioè 67 anni di età anagrafica e solo dopo la pensione tornerà piena. Rimane però l’opzione posticipo, Come per Quota 100 e 102, anche per Quota 103 maturato il diritto alla pensione entro il dicembre 2023 si potrà ritardare l’accesso al 2024 ed oltre.

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IL BONUS RINVIO

Tra le novità della Legge di Bilancio c’è anche il bonus per chi può andare in pensione ma decide di rimanere a lavoro. Chi resta al lavoro una volta raggiunti i requisiti di Quota 103 (articolo 53 della legge di bilancio) può beneficiare di un esonero contributivo del 9,19% che consente un aumento dello stipendio di pari importo. Il datore di lavoro continuerà dunque a versare la contribuzione a suo carico (il 23,81%) e il montante contributivo continuerà a rivalutarsi secondo la normativa vigente e il coefficiente di trasformazione OPZIONE DONNA La manovra proroga poi per il 2023 anche Opzione donna che fino al 31 dicembre del 2022 prevede la possibilità di pensionamento con 58 anni di età e 35 di contributi per le lavoratrici dipendenti e 59 anni per le autonome con le finestre mobili di 12 mesi per le lavoratrici dipendenti e 18 mesi per le lavoratrici autonome.

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