Pedaggi autostrada A24 e A25, alt ai maxi-aumenti del 24% tra Lazio e Abruzzo

ll governo è pronto a congelare l’incremento del 34% che scatterebbe a luglio sulle tratte tra Lazio e Abruzzo

Pedaggi, alt ai maxi-aumenti per le autostrade A24 e A25
di Umberto Mancini
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Lunedì 2 Maggio 2022, 21:51 - Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 06:46

Niente maxi aumenti dei pedaggi sulle autostrade A24 e A25. Alla fine, dopo un lungo tira e molla, il pressing di sindaci, associazioni di cittadini e politici di Lazio e Abruzzo, ha avuto effetto. Di ufficiale ovviamente non c’è nulla, i tecnici sono ancora al lavoro, ma il governo è intenzionato a bloccare la stangata. A non far scattare cioè dal primo luglio il previsto e temuto aumento del 34% per le tratte che collegano le due Regioni. Del resto, secondo i calcoli dei consumatori, gli incrementi dei costi sarebbero stati davvero insostenibili. In media, a famiglia, i rincari avrebbero toccato gli 800 euro in più all’anno. Scendendo più nei dettagli: 7 euro in più per andare da Pescara a Teramo, +6,20 tra Teramo e Roma, +2,10 tra Carsoli e Roma, 2 euro tra Teramo e L’Aquila Ovest, +1,90 tra Sulmona e Pescara, +1,70 tra L’Aquila Ovest e Avezzano. Come accennato, la decisione ufficiale arriverà nei prossimi giorni, ma il dado è tratto e sul punto non ci saranno ripensamenti. Il caso non è però chiuso visto che il futuro delle due autostrade, tra ipotesi di nazionalizzazione e la necessità della messa in sicurezza, è tutto da scrivere. Per ora, ed è già una dato importante, nessuna batosta al casello per gli automobilisti. Una stangata che avrebbe colpito duramente l’economia dell’area e non solo i pendolari che si spostano tra Roma e L’Aquila. Aree, quelle del Centro Italia, già fortemente penalizzate dallo spopolamento e che puntano sul turismo, dopo le chiusure legate alla pandemia, per agganciare la ripresa.

Caro pedaggi su A24 e A25: cento sindaci di Lazio e Abruzzo il 23 aprile protestano ai caselli

I tempi

La battaglia contro i rincari autostradali e per dare una prospettiva ad un arteria strategica per il Paese parte da lontano. Cento sindaci e 51 parlamentari, dal Pd a Fratelli d’Italia, si sono uniti in un comitato, e aspettano di incontrare il presidente del Consiglio Mario Draghi per un confronto a tutto campo.

L’obiettivo è anche quello di far ripartire i lavori di messa in sicurezza. A dicembre Strada dei Parchi, il concessionario che ha in gestione A24 e A25, aveva deliberato la sospensione dell’aumento dei pedaggi prevista per il primo gennaio 2022, spostando l’entrata in vigore al primo luglio nella speranza che nel frattempo venisse approvato il Pef (Piano Economico Finanziario), con conseguente erogazione dei fondi necessari per gli interventi di messa in sicurezza. A oggi però la situazione è rimasta invariata, con il Pef fermo al palo. Di fatto sono congelati 800 milioni di eur, incagliati tra ricorsi e battaglie legali. Lo sblocco è necessario per mettere in sicurezza 36 tra viadotti, svincoli e adeguare il Traforo del Gran Sasso. Soldi già stanziati ma fermi a causa del contenzioso tra Strada dei Parchi e ministero per il mancato pagamento di alcuni canoni all’Anas. Contenzioso che fino ad oggi vede i giudici dar ragione ai privati.

La recente nomina di un nuovo commissario, l’avvocato dello Stato Marco Corsini, con la delega proprio alla sicurezza sismica, dovrebbe accelerare i tempi. Sul tavolo ci sono interventi per 6,2 miliardi (4 coperti dallo Stato e 2 dal concessionario) legati, come detto, al piano economico finanziario di Strada dei Parchi, scaduto nel 2012.  Ma sul Pef, tanto per complicare il quadro, c’è anche un altro commissario, incaricato di varare il nuovo piano, in base alla sentenza che ha sancito l’inadempienza dell’allora ministero Infrastrutture e Trasporti. E un terzo commissario governativo, Corrado Gisonni, che segue la messa in sicurezza del tratto acquifero del tunnel del Gran Sasso. 

Per tentare di sciogliere i nodi, la senatrice Loredana De Petris del gruppo Misto, Stefania Di Girolamo, senatrice del Movimento Cinque Stelle, la deputata Stefania Pezzopane del Pd e il deputato Roberto Morassut del Partito Democratico, hanno preso carta e penna e scritto a Palazzo Chigi. Una lettera per prendere di petto il caso. In 14 anni l’aumento sull’autostrada che collega il Lazio all’Abruzzo e viceversa è stato del 187%. Andare avanti con deroghe e sospensioni diventa ogni anno più difficile, il dossier va chiuso come i cantieri ancora aperti che rallentano il traffico lungo tutta la tratta.

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