La corsa dell’inflazione frena a marzo grazie al crollo del costo dell’energia ma il rallentamento non si riflette ancora nel cosiddetto «carrello della spesa». Secondo i dati preliminari diffusi ieri dall’Istat, la crescita dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona è stata infatti del 12,7% su base annua, lo stesso livello del mese precedente, e superiore di cinque punti percentuali rispetto al tasso di inflazione generale (sceso invece al 7,7% dal 9,1% di febbraio). Più nel dettaglio il comparto dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche segna a marzo un aumento sempre su base annua del 13,2%. «Numeri che preannunciano una Pasqua particolarmente salata per gli italiani», dicono in coro le associazioni dei consumatori.
IL PICCO
«Il processo disinflazionistico prosegue, ancora guidato dalla componente energetica», commenta Paolo Pizzoli, economista di Ing.
La corsa del carrello della spesa allarma le associazioni dei consumatori. «L’emergenza prezzi non è ancora superata nel nostro paese, con i prodotti più acquistati dalle famiglie che continuano a subire rincari a due cifre», osserva Assoutenti. «Con questi aumenti del costo dei beni essenziali, il carrello della spesa rischia di svuotarsi ancora di più», aggiunge Anna Rea, presidente dell’Adoc. L’inflazione resta quindi una delle principali preoccupazioni delle famiglie italiane, come conferma la rilevazione condotta da Ipsos per Federdistribuzione: un italiano su due si dichiara insoddisfatto della propria situazione economica, mentre l’84% degli intervistati esprime preoccupazione per l’impatto degli aumenti sul proprio bilancio familiare. Aumentano poi gli italiani che lamentano di non potersi permettere alcuni acquisti (sono il 46%).
LE SPESE
Il carovita ha poi avuto un effetto sulla composizione della spesa delle famiglie: rispetto a un anno fa, oltre un italiano su due percepisce l’aumento dei prezzi (56%). In particolare, il 55% nota che è aumentato il peso delle spese fisse, come mutui e affitti, e oltre 7 intervistati su 10 quello della spesa alimentare.
La metà degli italiani prevede inoltre una situazione in peggioramento per quest’anno: 6 su 10 pensano che l’inflazione crescerà, ma per il 35% meno dello scorso anno. La riduzione del potere d’acquisto ha avuto un impatto sul volume dei consumi, in terreno negativo intorno al 5% rispetto a un anno fa. E gli italiani infine stanno attuando strategie per risparmiare: il 60% fa più attenzione a offerte e promozioni, il 46% agli sprechi, il 29% ha cambiato il luogo d’acquisto, il 28% ha ridotto la quantità dei prodotti comprati e il 19% ha diminuito la qualità.
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