Partite Iva, false mezzo milione: stretta su controlli e sanzioni. Verifiche automatizzate e ispezioni di Entrate e Guardia di Finanza

Diventa operativo il giro di vite previsto dalla legge di Bilancio contro le attività “apri e chiudi”

Partite Iva, false mezzo milione: stretta su controlli e sanzioni
di Francesco Bisozzi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 19 Maggio 2023, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 09:30

 Parte la stretta sulle partite Iva apri e chiudi, quelle che spariscono dai radar dopo pochi mesi E così sfuggono alla dichiarazione dei redditi e non versano i contributi, arrecando un serio danno erariale allo Stato. Sotto la lente oltre mezzo milione di partite Iva: tante potrebbero essere quelle false, secondo una stima di Unimpresa.

Stipendi, a luglio busta paga quasi raddoppiata: dal taglio del cuneo fiscale al rimborso Irpef. Ecco gli aumenti

 
Il giro di vite, previsto dalla legge di Bilancio, necessitava del via libera dell’Agenzia delle Entrate per diventare definitivamente operativo.

A dare il là ai nuovi controlli (e alle maxi sanzioni) sulle partite Iva abusive è stato il direttore Ernesto Maria Ruffini con un provvedimento firmato il 16 maggio scorso. 

Mezzo milione di partite Iva false

Cosa cambia? Il titolare di una partita Iva ritenuta sospetta dovrà dimostrare in presenza la solidità imprenditoriale della sua attività. Chi non supererà l’esame non solo si vedrà cancellare la sua partita Iva, ma dovrà pagare anche una multa salata, di tremila euro. E se in seguito vorrà riaprire la partita Iva dovrà sottoscrivere una fideiussione bancaria della durata di tre anni per un importo non inferiore a 50.000 euro. 
Il provvedimento che mette in moto i nuovi controlli dell’Agenzia delle Entrate definisce i criteri, le modalità e i termini per l’analisi del rischio e il controllo delle partite Iva. Alla fine del 2022 erano quasi 5 milioni le partite Iva in funzione. Nel corso del 2022 sono state aperte 501.500 nuove partite Iva, con una flessione dell’8,7% rispetto al 2021. Così il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi: «Non rallenta la crescita del fenomeno delle false partite Iva. Il numero di queste posizioni fasulle, secondo una stima di Unimpresa, ha superato nell’ultimo triennio quota 500.000, con una crescita di oltre 100.000 unità rispetto a precedenti rilevazioni».


Insomma, più di una partita Iva su dieci sarebbe falsa. L’obiettivo, da qui in poi, è di arginare il fenomeno a monte, effettuando, prima dell’attribuzione del numero di partita Iva, controlli automatizzati allo scopo di individuare elementi di rischio, oltre a ispezioni fisiche nei negozi e nelle aziende. «Tali attività – si legge nel provvedimento firmato dal direttore dell’Agenzia delle Entrate – saranno finalizzate a verificare che i dati forniti dai soggetti per la loro identificazione siano completi ed esatti». 


LA PRIORITÀ
Il contrasto al fenomeno delle partite Iva apri e chiudi è una priorità del governo Meloni. Già in campagna elettorale il premier aveva avvertito: «Non permetteremo più il gioco dell’apri e chiudi fatto soprattutto dagli extracomunitari, quello di aziende che non pagano un euro di tasse e agiscono nell’illegalità». Adesso qualcosa si muove. Dai dati del Tesoro emerge che circa il 20% delle partite Iva aperte lo scorso anno da una persona fisica appartiene a stranieri, per circa un terzo asiatici. Ma il Covid e gli effetti della guerra in Ucraina hanno fatto crollare dal 2020 in poi il numero di lavoratori autonomi. Stando all’ultimo Osservatorio sulle partite Iva pubblicato dal ministero dell’Economia, nel primo trimestre di quest’anno sono state aperte 177.725 nuove partite Iva, in calo del 6,4% rispetto allo stesso periodo del 2022. Il 75,1% delle nuove aperture è riconducibile a persone fisiche, il 19,1% a società di capitali, il 3% a società di persone. Poco meno della metà delle nuove aperture, il 48,9%, è localizzata al nord, il 21,1% al centro e il 29,8% al sud e nelle isole. Per quanto riguarda le persone fisiche, la quota di nuove partite Iva aperte dalle donne ha raggiunto il 40,7%. 
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA