Decreto energia, pannelli solari "liberi" sui tetti: il caro-bollette spinge il governo

Niente autorizzazioni, basta un modulo. Esclusi immobili vincolati e centri storici

Decreto energia, pannelli solari "liberi" sui tetti: il caro-bollette spinge il governo
di Andrea Bassi
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Giovedì 3 Marzo 2022, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 10:16

Un semplice modulo scaricabile on line dal sito del Gse, il gestore dei servizi energetici, o da quello del ministero dello Sviluppo economico. Da inviare due volte allo stesso gestore: a inizio lavori e alla fine. Poi niente più. Niente progetti, niente asseverazioni, niente autorizzazioni. Installare pannelli solari sui tetti degli edifici, ma anche sulle pensiline, sui capannoni delle fabbriche, sarà semplice. Anzi, semplicissimo. Nel decreto “energia”, quello che contiene anche il taglio da 8 miliardi di euro delle bollette elettriche, il governo ha inserito una serie di norme per spingere “l’autoproduzione”. In particolare quella da fotovoltaico. Dal sole, insomma. Il decreto stabilisce che installare un impianto solare sarà «equiparato» ad effettuare una «manutenzione ordinaria». In pratica mettere un pannello sul tetto o sul balcone, avrà le stesse regole di quando di dipinge una parete dentro casa. «L’installazione, con qualunque modalità, di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici o su strutture e manufatti fuori terra diversi dagli edifici», spiega la relazione illustrativa che accompagna il decreto del governo, «non è subordinata all’acquisizione di permessi, autorizzazioni o atti amministrativi di assenso comunque denominati».

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Ci saranno però delle eccezioni.

Non dappertutto si potranno installare liberamente i pannelli solari. Le limitazioni restano per i beni “vincolati”, quelli che ricadono nel codice dei beni culturali e che, quindi, sono sottoposti alle autorizzazioni paesaggistiche. Fanno eccezione, spiega infatti la relazione che accompagna il provvedimento, gli immobili e le aree dichiarati di notevole interesse pubblico di cui all’articolo 136, comma 1, lettera b e lettera c del codice dei beni culturali e del paesaggio. Ossia ville, giardini e parchi, che si distinguono per la loro non comune bellezza, e i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale inclusi i centri ed i nuclei storici. Quest’ultimo è un passaggio importante, perché estende la limitazione per il “pannello libero” ai centri storici sottoposti a vincolo. Quello di Roma, per esempio, ricade interamente in zona Unesco. Dunque anche i palazzi che non hanno un vincolo puntuale, sono obbligati a rispettare le procedure più lunghe e complesse con le relative autorizzazioni. Un altro aspetto della semplificazione è che riguarderà non solo gli impianti più piccoli, quelli fino a 50 Kw, ma anche quelli di dimensioni più grandi, fino a 200 Kw. 

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LE SOLUZIONI
La norma, spiega la relazione del decreto, prevede l’estensione dell’ambito applicativo dello strumento del “Modello unico semplificato” per la realizzazione, la connessione e l’esercizio di piccoli impianti fotovoltaici integrati sui tetti degli edifici agli impianti di potenza superiore a 50 kW e fino a 200 kW. 
Una spinta, poi, sempre per ridurre l’impatto delle bollette, arriva anche al fotovoltaico in agricoltura. Viene esteso l’accesso agli incentivi agli impianti “agrovoltaici” che adottino soluzioni integrative innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale, anche consentendo l’applicazione di strumenti di agricoltura digitale e di precisione. La concessione degli incentivi viene subordinata «alla contestuale realizzazione di sistemi di monitoraggio che consentano di verificare l’impatto sulle colture, il risparmio idrico, la produttività agricola per le diverse tipologie di colture e la continuità delle attività delle aziende agricole interessate». 

Il provvedimento, per Confagricoltura, presenta luci e ombre. Pur apprezzando, dice l’associazione,la semplificazione e lo sviluppo per le rinnovabili, il provvedimento non interviene in modo efficace sulla compensazione del caro bollette per le imprese agricole. L’Organizzazione ricorda che il decreto prevede semplificazioni per gli impianti tra 50 kW e 200 kW e sull’iter autorizzativo per gli impianti rinnovabili in aree idonee, come anche la riammissione al sistema di incentivazione di ulteriori tipologie di impianti solari fotovoltaici collocati a terra in aree agricole che rispettano alcune condizioni, in particolare non occupando più del 10% della superficie agricola aziendale.
 

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