PA, Smart working: i primi dati regionali

PA, Smart working: i primi dati regionali
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Aprile 2020, 14:15
(Teleborsa) - Le pubbliche amministrazioni si stanno muovendo rapidamente per mettere in atto la norma del decreto "Cura Italia" che prevede il lavoro agile quale modalità organizzativa ordinaria. "La Funzione pubblica – fa sapere il ministro per la Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, in una nota – ha attivato il monitoraggio sullo smart working ed è già in grado di comunicare i dati provenienti dalle Regioni italiane: numeri ancora in divenire e tuttavia molto incoraggianti, perché danno conto dell'enorme sforzo profuso dalla macchina dello Stato per rispondere alle sfide imposte dall'emergenza sanitaria, costruendo al tempo stesso la PA che avremo nel futuro".

Il conteggio tiene conto sia del lavoro agile che del telelavoro inteso, quest'ultimo, come lavoro che si svolge in un luogo fisico diverso dalla sede dell'azienda ma a questa collegato informaticamente tramite un'apposita rete e una postazione fissa.

Dai dati provvisori, aggiornati al 31 marzo 2020, relativi all'implementazione delle modalità di lavoro agile nelle Regioni e Province autonome emerge una media del 68,5% (inclusi i telelavoristi). In cima alla lista figura l'Abruzzo dove l'implementazione ha raggiunto il 100% dei lavoratori della PA (1415 su 1415). In seconda posizione, con il 96,6%, il Lazio (4340 dipendenti in lavoro agile su 4493). Al terzo posto con l'88,7%, la Lombardia (2987 lavoratori su 3367). Seguono le Marche (83,5%, 1726 in lavoro agile e 10 in telelavoro, su un totale di 2079 dipendenti pubblici); l'Emilia Romagna (78,8%, 2235 in lavoro agile e 461 in telelavoro su 3420 lavoratori); la Sardegna (78,7%, 2005 in smart working su 2547); la Liguria (74,1%, 950 dipendenti in lavoro agile su 1281); la Provincia autonoma di Bolzano (72,8%, 2800 in lavoro agile su 3845); il Piemonte (1711 in lavoro agile e 305 in telelavoro su 2954); la Calabria (68,1%, 944 su 1385); il Molise (63,5%, 395 su 622); l'Umbria (61,5%, 680 su 1106); la Sicilia (60%, 7800 su 13mila); il Friuli Venezia Giulia (55,7%, 1818 in lavoro agile e 34 in telelavoro su 3325); la Valle d'Aosta (54,3%, 1330 su 2450); il Veneto (51,9%, 1428 su 2749). Agli ultimi due posti, infine, la Basilicata ( 48,9%, 613 lavoratori su 1253) e la Puglia che con il 41,5% (1311 lavoratori agili su 3156) registra la percentuale più bassa a livello regionale.









Nel dettaglio: in
© RIPRODUZIONE RISERVATA