"Avremo a regime, tra sei mesi, lo smart working - ha spiegato il Ministro - come una delle modalità contrattualizzate di espressione del lavoro pubblico e avremo esperienze da studiare, spero tutte di qualità e di successo. Questo è il percorso che abbiamo individuato: massimo pragmatismo, massima flessibilità e massima responsabilità, tenendo conto della soddisfazione dei cittadini e dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi. Senza nessun pregiudizio, e prendendo spunto dalle esperienze fatte. Ritorno alla normalità non vuol dire ritorno a come eravamo prima, ma ritorno con una valorizzazione delle esperienze che abbiamo fatto e con il lavoro agile contrattualizzato, dunque regolato. E con un'ulteriore novità: nel decreto semplificazioni arriverà una riforma per unificare tutti i Piani oggi richiesti alle amministrazioni, dalla performance al POLA (Piano Organizzativo del Lavoro Agile, ndr). Una compattazione nel nome della nuova organizzazione del lavoro pubblico il cui motore è il Piano nazionale di ripresa e resilienza".
"Il lavoro agile nella Pubblica amministrazione ha attraversato tre fasi", ha chiarito il ministro. "La prima è stata quella del lockdown totale, in cui lo smart working è stata la regola. La seconda, quella dell'emergenza, in cui è stata fissata la soglia minima del 50%. Con il 'decreto proroghe' di fine aprile abbiamo inaugurato la terza fase, eliminando la soglia minima. Tengo a precisare di nuovo che questo intervento non è affatto la cancellazione del lavoro agile, ma la valorizzazione della sperimentazione straordinaria condotta sin qui. Si e' restituita alle amministrazioni la totale autonomia nell'organizzazione del lavoro degli uffici: in ragione della soddisfazione dei cittadini e dell'efficienza e produttività dei servizi, possono applicare lo smart working senza più rigidità". "Nel frattempo - ha continuato il ministro - è partita la stagione dei rinnovi contrattuali, per cui il lavoro agile troverà una sua regolazione nei contratti di lavoro entro fine anno, quando auspicabilmente si chiuderà la fase emergenziale. A quel punto avremo il quadro completo e una prima verifica dell'esperienza di questi sei mesi di piena autonomia degli uffici, che l'Osservatorio e la Commissione tecnica saranno incaricate di monitorare. Vedremo come le amministrazioni avranno interpretato la loro autonomia e responsabilità".
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