Oxfam, appello alla vigilia del G7: «Azioni concrete per ridurre le disuguaglianze»

Oxfam, appello alla vigilia del G7: «Azioni concrete per ridurre le disuguaglianze»
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Giovedì 22 Agosto 2019, 14:00 - Ultimo aggiornamento: 15:52
Oxfam lancia l'allarme, alla vigilia del vertice del G7 di Biarritz in Francia, sulle disuguaglianze. La definizione di misure efficaci e coordinate di contrasto alle disuguaglianze non è più rimandabile, afferma Oxfam.  

Nel 2017, riferisce l'organizzazione non governativa, in media nei Paesi del G7, la quota del reddito da lavoro complessivo detenuta dal 20% dei lavoratori con le retribuzioni più basse si è attestata al 5%, mentre quella del 20% dei lavoratori con le retribuzioni più alte era di circa il 45%. Un divario che sta continuando a crescere dal 2004 soprattutto in Gran Bretagna e Italia, risparmiando solo Canada e Giappone. 

La forte concentrazione della ricchezza netta al vertice della piramide distributiva vede in prima posizione gli Usa - dove la metà più povera della popolazione deteneva a giugno 2018 circa l’1% della ricchezza complessiva del Paese, mentre il top-10% circa il 76% - fino ad arrivare al Giappone dove il 50% più povero dei cittadini deteneva circa il 10% della ricchezza e il top-10% era titolare del 49% del wealth stock nazionale.

In posizione intermedia l’Italia: a giugno dell’anno scorso la metà più povera dei nostri connazionali possedeva circa l’8% della ricchezza complessiva del Paese, mentre il 10% più abbiente, circa il 56%.
 
Il contrasto alle disuguaglianze, figura tra gli ambiti prioritari di lavoro della presidenza francese del G7, ma, alla vigilia del summit, il rischio che il tema rimanga confinato a mere dichiarazioni di intenti, non tradotte in azioni concrete, appare elevato, si legge in una nota. D’altronde, anche nel 2017 il meritorio lavoro della presidenza italiana ha portato alla stesura di un “compendio di buone politiche” di contrasto ai divari socio-economici, il Manifesto di Bari per la Crescita Inclusiva, senza però ispirare una vera e propria road map del G7, contro le disuguaglianze. Per questo motivo, il richiamo di Oxfam, contenuto in un nuovo rapporto pubblicato oggi, fa leva sulle responsabilità che i Paesi del G7 stanno avendo nell’alimentare la crisi della disuguaglianza su scala nazionale e globale.   

«Le elevate disparità economiche e sociali, cresciute significativamente negli ultimi trent’anni in molti Paesi del mondo, costituiscono tristemente uno dei tratti distintivi ed allarmanti del nostro tempo - ha dichiarato Francesco Petrelli, senior advisor di Oxfam Italia -. Si tratta di un fenomeno profondamente nocivo per le nostre società, che mina le prospettive di uno sviluppo duraturo e sostenibile, ostacola la mobilità inter-generazionale, indebolisce il grado di coesione sociale. E’ già oggi evidente come le fratture, all’interno di una società in cui pochi fanno significativi balzi in avanti, mentre molti arretrano, restano fermi o fanno solo piccoli passi verso un futuro migliore, stiano portando repentinamente allo svilimento del patto sociale, a intolleranza, a processi di disgregazione e instabilità politica, a derive autoritarie. La crisi politica che stiamo attraversando in Italia ci pone con ancora più drammaticità di fronte a questo scenario. L’inazione o un’azione parziale e inefficace dei governi rischia di accentuare ulteriormente la crisi della disuguaglianza nei Paesi del G7, con ricadute drammatiche sui contesti più vulnerabili del globo».

Nel rapporto Oxfam getta quindi luce su alcuni ambiti su cui i Paesi del G7 stanno alimentando la disuguaglianza invece di contrastarla.
 
Tra questi: la riduzione del grado di progressività dei sistemi fiscali nazionali, un carico fiscale eccessivo sul lavoro e sui consumi, un’inefficace azione di contrasto agli abusi fiscali, l’agguerrita corsa al ribasso in materia di fiscalità d’impresa, investimenti insufficienti o inadeguati nei servizi pubblici, l’erosione dei diritti dei lavoratori e la precarizzazione del lavoro, un sostegno limitato a modelli d’impresa non orientati all’esclusiva massimizzazione dei profitti per gli azionisti, ritardi o impegni disattesi nell’aiuto ai Paesi più poveri, la promozione a singhiozzo di misure per la parità di genere.

Una denuncia, rivolta a tutti i Paesi G7 che, seppur in modo differenziato, evidenzia quindi una loro scarsa propensione a supportare misure orientate alla giustizia sociale e a creare società più dinamiche, eque e mobili.
 
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