L'OPEC+, l'associazione che unisce il cartello dei Paesi esportatori di petrolio ad una serie di altri Paesi produttori esterni, ha deciso di tagliare la produzione di greggio di 2 milioni di barili al giorno da novembre. Si tratta del più grande taglio dal 2020, ovvero dall'apice della crisi da Covid-19, ed è arrivato nonostante le richieste degli Stati Uniti e altri paesi occidentali di pompare più petrolio per aiutare l'economia globale.
Crollano le borse
Con la decisione di OPEC+ le Borse scivolano mettendo da parte il rimbalzo di ieri.
Casa Bianca: Opec+ allineata con la Russia
La decisione dell' Opec+ di tagliare i barili di petrolio mostra che c'è «un allineamento» dell'organizzazione con la Russia. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, in un briefing con la stampa a bordo dell'Air Force One diretto in Florida.
Il maxi intervento
La decisione è stata presa in occasione della prima riunione di persona (a Vienna) da marzo 2020, in cui i delegati dei vari paesi hanno concordato un maxi intervento per fermare il significativo ribasso dei prezzi. I prezzi del greggio erano scesi a circa 80 dollari al barile da oltre 120 dollari all'inizio di giugno tra i crescenti timori sulla prospettiva di una recessione economica globale.
Negli ultimi giorni hanno decisamente invertito la rotta, anticipando la decisione dell'OPEC+. Alle 17.05 (ora italiana), i future sul greggio Brent di dicembre hanno raggiunto i 93,53 dollari al barile, in aumento di 1,77 dollari o dell'1,91%. I future sul greggio statunitense West Texas Intermediate (WTI) di novembre scambiano in rialzo di 1,40 dollari, o dell'1,51%, a 87,81 dollari al barile.
Le vicende geopolitiche
Le mosse del cartello impattano anche le vicende geopolitiche e politiche delle maggiori potenze mondiali. "Un aumento dei prezzi del petrolio, se guidato da consistenti tagli alla produzione, probabilmente irriterà l'amministrazione Biden in vista delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti", hanno scritto gli analisti di Citi. "Potrebbero esserci ulteriori reazioni politiche da parte degli Stati Uniti, tra cui ulteriori rilasci di scorte strategiche", hanno aggiunto.
Tuttavia, i delegati hanno affermato di non essere guidati da decisioni politiche. "La decisione è tecnica, non politica - ha detto prima del meeting Suhail al-Mazroui, ministro dell'Energia degli Emirati Arabi Uniti - Non la useremo come organizzazione politica".
"L'OPEC vuole prezzi intorno ai 90 dollari", ha detto il ministro di Stato nigeriano per le risorse petrolifere Timipre Sylva dopo l'incontro, in quanto molti paesi membri hanno basato i loro budget per il 2023 su quel prezzo e "destabilizzerebbe alcune economie" se ciò non accadesse.