Ocse, in Italia crescono i laureati ma lavorano e guadagnano di meno

Ocse, in Italia crescono i laureati ma lavorano e guadagnano di meno
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Martedì 10 Settembre 2019, 15:59
Più giovani laureati, ma meno lavoro e meno possibilità di guadagno. Questa è la fotografia che scatta il rapporto dell'Ocse sull'Italia. La percentuale di persone nella fascia di età tra i 25 ei 64 anni con un titolo di studio universitario nel 2018 è stata del 28%, in aumento rispetto agli anni precedenti ma rimane la più bassa tra i Paesi Ocse solo dopo il Messico. La media Ocse di persone con un'istruzione terziaria è infatti del 44%, ma in alcuni Paesi come la Corea, il Canada e l'Irlanda si sfiorano picchi tra il 60 e il 70%. 

Tuttavia il problema non è solo quanti laureati ci sono, ma anhe che prospettive di lavoro e di guadagno hanno una volta concluso il percorso di studio. Il rapporto dell'Ocse rivela che gli adulti con un'istruzione terziaria guadagnano il 39% in più rispetto agli adulti con un'istruzione secondaria, ma la media dell'Ocse è del 57% in più. Inoltre il 15% degli adulti laureati guadagna meno della metà del reddito mediano. E per i giovani va anche peggio: il vantaggio in termini di reddito rappresentato da un'istruzione terziaria rispetto a quella secondaria scende al 19% tra i 25-34enni rispetto al 38% in media dell'area Ocse. Le donne sono quelle che vengono penalizzate di più: in Italia guadagnano in media il 30% in meno degli uomini (la media Ocse è del 25%). 

Dati inferiori alla media Ocse anche per quanto riguarda i benefici finanziari netti nell'arco della carriera lavorativa di una persona laureata. Per gli uomini si tratta di cifre che ammontano a 198.800 dollari, circa il 36% in meno rispetto alla media Ocse. Per le donne, invece, si parla di una cifra pari a 154.200 dollari, il 32% in meno rispetto alle media Ocse. Solo il Belgio, la Lettonia e l'Estonia presentano numeri peggiori di quelli italiani. 

Per quanto riguarda le lauree che offrono maggiori sbocchi lavorativi, figurano le discipline ingegneristiche e informatiche. Presentano un tasso di occupazione basso le lauree con indirizzo artistico (72%) e umanistico (78%), ma anche scienze naturali, matematica e statistica (78%). 

«Le lauree in materie umanistiche in Italia sono titoli di studio popolari anche perché permettono l'accesso a concorsi pubblici. Andrebbero spiegati bene e diffusi maggiormenti gli Istituti tecnici superiori che offrono buone prospettive occupazionali, ma che sono ancora relativamente nuovi in Italia e al momemto attirano solo una piccola parte degli studenti a livello terziario», ha commentato Giovanni Maria Semeraro, economista dell'Ocse tra gli autori del rapporto. 




 
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