Obbligati a crescere, Gentiloni: «Non usare fondi Recovery fund per per taglio tasse»

Paolo Gentiloni
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Giovedì 17 Settembre 2020, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 21:09

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Paolo Gentiloni, commissario europeo per l'Economia, ha parlato dei fondi del Recovery fund per fronteggiare la crisi provocata dall'emergenza Coronavirus. Gentiloni ha detto che l'Italia «è certamente osservata» perché è il Paese che riceverà più risorse dall'Europa, circa un quarto del totale. «Lavoreremo affinché queste risorse vengano utilizzate a fin di bene e anche utilizzate perché quando si parla di centinaia di miliardi di euro l'utilizzo non è scontato», ha affermato Gentiloni.
 

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Il commissario ha sottolineato poi che occorre essere «prudenti e realisti» nell'indicare tempi e obiettivi da raggiungere con l'utilizzo dei fondi Ue. «L'invito che faccio ai Paesi, soprattutto a quelli che hanno fatto più fatica in questi anni ad assorbire le risorse europee, è di essere prudenti e realisti nell'indicare i tempi e gli obiettivi da raggiungere, perché se sono irrealistici alla fine la Commissione Ue avrà difficoltà nelle erogazioni biennali di queste risorse», ha rilevato Gentiloni. Il Recovery, «oltre a ad essere l'ultimo treno è anche il primo. Un treno così non c'è stato mai. Qui stiamo parlando di un treno per il futuro», ha detto Gentiloni, spiegando che è il primo treno «con queste dimensioni e che apre questi spazi di bilancio. 

Sul Mes «ci sono 5 o 6 paesi tra cui l'Italia che si stanno interrogando. Non sono ancora arrivate richieste formali da parte di nessuno», ha quindi puntualizzzato il commissario, aggiungendo che il Sure invece «ha avuto l'adesione di 16 paesi».

Gentiloni ha quindi ribadito che non è possibile usare i soldi degli aiuti europei per abbassare le tasse. «Condivido totalmente quello che ha detto il ministro Gualtieri: non possiamo usare le risorse del Recovery fund per interventi generali di riduzione delle tasse». «Emettere debito comune e vedere che il paese maggiormente beneficiario invece di investire sul futuro lo usa in altro modo sarebbe stato un segnale negativo e qualcuno percepito come tale», ha affermato ancora Gentiloni, aggiungendo di essere convinto che il governo italiano sia «sulla stessa linea». In riferimento ad articoli di oggi secondo cui queste risorse verranno usati per ridurre le tasse ai ceti medi, Gentiloni ha risposto: «Faccio fatica a commentare cose che noi non abbiamo ricevuto. Noi diciamo una cosa molto semplice che questi piani devono venire da un equilibrio difficile tra l'autonomia delle scelte del governo e le priorità comuni».

Sul vaccino per il Covid «il lavoro dell'Ue sarà di garantire che quando uno o più vaccini saranno verificati e validati siano messi in circolazione in modo equo a livello globale», ha rilevato Gentiloni. «Trattandosi di una pandemia o noi siamo in grado di distribuirlo anche in Paesi come l'India che oggi ha numeri esponenziali di contagio oppure quetse epidemie ci ritornano da altre parti. È fondamentale, ma la Commissione lo dice da mesi, che la distribuzione riguardi tutto il mondo e non solo quei paesi o peggio quelle famiglie che possono permetterselo», ha aggiunto. 

«Le decisioni» per l'Agenzia europea contro le crisi sanitarie annunciata ieri dalla presidente della commissione Ue «non si prendono certamente in queste settimane. È difficile fare previsioni su queste cose, certamente l'Italia non è un paese con un sovraccarico di sedi a livello europeo; ne ha alcune e importanti, ma è un grande paese e potrebbe aspirare ad averne altre», ha poi sottolineato Gentiloni interrpellato sulla possibilità che la nuova
agenzia abbia sede a Roma. «Penso che la candidatura di Roma sia molto autorevole - ha aggiunto -.
Se si riuscisse ad avere questa istituzione sarebbe molto importante». «Al momento l'agenzia non c'è. Finché non c'è è prematuro dire dove avrà sede ma è assolutamente legittimo per una città come Roma aspirare» ad averla, ha proseguito Gentiloni, evidenziando che «sul piano sanitario l'Italia è un paese all'avanguardia e sul piano dell'industria farmaceutica siamo uno dei 3-4 paesi europei più avanzati».

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