Mentre il testo della legge di Bilancio approda al Senato, infatti, domani il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a pronunciarsi su uno nodi irrisolti che cerca una soluzione da diverso tempo: il futuro dell'impianto siderurgico di Taranto. Palazzo Chigi, secondo quanto riporta il Sole 24 Ore, sta lavorando a un provvedimento – si parla di un decreto – che dovrebbe approvare un prestito ponte di 650-680 milioni di euro che consenta all'azienda di far fronte alla crisi di liquidità e di ridurre la sua pesante esposizione debitoria verso i principali fornitori. La data per il passaggio in maggioranza dello Stato verrebbe comunque mantenuta ferma a maggio 2024.
I sindacati, in caso di una fumata nera – hanno chiesto l'allontanamento definito di ArcelorMittal per la sua "gestione fallimentare" – si sono detti già pronti a organizzare una protesta davanti alla sede del governo entro il prossimo 13 gennaio mentre a Taranto la situazione resta tesa dopo gli incidenti che si sono verificati la scorsa settimana a seguito dell'ennesimo nulla di fatto nel corso dell'assemblea dei soci. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alfredo Urso, ha definito la situazione "grave" sia dal punto di vista finanziario che produttivo, con un'esposizione di centinaia di milioni verso Snam ed Eni e una produzione crollata da 10 milioni di tonnellate di acciaio nel 2005 ai 3 milioni di tonnellate nel 2021.
Capitolo rete unica. In questo caso la scadenza fissata dal governo per la definizione delle migliori soluzioni di mercato è stata fissata al 31 dicembre. Il 29 dicembre a Palazzo Chigi è in programma il quarto e ultimo degli incontri del tavolo aperto a cui partecipano anche Vivendi e CDP Equity: in quella sede si dovrebbero dunque tirare le somme. L'obiettivo del sottosegretario alla presidenza Alessio Butti e dei ministri Urso e del responsabile dell'Economia Giancarlo Giorgetti è arrivare entro quella data a una soluzione per definire i contorni di una rete nazionale a controllo pubblico e non verticalmente integrata, nel cui perimetro far rientrare anche Sparkle, vista la sensibilità e la rilevanza per la sicurezza nazionale della dorsale delle Tlc.
La situazione è però tutt'altro che definita: restano ancora tutte aperte tutte le soluzioni, in primis quella della vendita della rete a uno o più soggetti sotto il controllo dello Stato, con la scissione di Tim. In questo caso le infrastrutture andrebbero a CDP mentre i servizi a Vivendi. Ma circolano ancora i nomi di Invitalia, Poste e di Fs e sul fronte investitori istituzionali, oltre a Kkr, Macquarie (già azionista di Open Fiber) e Gip.
Dopo il decreto approvato in Cdm, intanto, l'accordo con Lufthansa per la cessione di Ita Airways sembra sempre più vicino. Il provvedimento ha ottenuto il via libera della Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale potrebbe ora avvenire a stretto giro. Anche in questo caso la deadline per la chiusura dell'operazione è fissata entro la fine dell'anno.
Sul Dl anti-Rave invece il governo teme l'azione dell'opposizione che spera che il prolungarsi dell'esame in Aula alla Camera – dove è arrivato oggi, martedì 27 dicembre – possa determinare il decadimento del provvedimento. In questo caso il termine ultimo per l'approvazione è fissato al 30 dicembre. In caso di non approvazione entro quella data la maggioranza dovrebbe dire addio all' introduzione nell'ordinamento del reato di «Rave party», alla cancellazione dei reati contro la pubblica amministrazione dall'elenco di quelli ostativi e al reintegro anticipato nel posto di lavoro dei medici "No-Vax".
Intanto sul Corriere della Sera questa mattina si trovano le anticipazioni sul nuovo decreto Sicurezza a cui il governo sta lavorando. Il quotidiano segnala che la riunione tecnica degli uffici legislativi è fissata per questo pomeriggio a Palazzo Chigi: all'interno del provvedimento dovrebbero trovare spazio le norme riguardo l'ammonimento e pene più severe per chi minaccia le donne e non rispetta i provvedimenti già imposti, il daspo esteso ai minorenni che fanno parte delle baby gang e il codice di comportamento per le Ong che effettuano salvataggi in mare.
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