Mario Draghi e il ministro dell'Economia Daniele Franco cambiano i vertici di due delle principali società pubbliche italiane. E scelgono la discontinuità. Alla Cassa depositi e prestiti, diventata negli ultimi anni il perno centrale della strategia economica pubblica, arriverà dalla Bei Dario Scannapieco, dove da vicepresidente, tra le altre cose, ha lavorato all'attuazione del piano Juncker. Già direttore generale per le privatizzazioni del ministero del Tesoro, ha un lungo legame con lo stesso Draghi. Era nel comitato per le privatizzazioni quando l'attuale presidente del Consiglio era direttore generale del ministero di Via XX Settembre. Scannapieco prenderà il posto di Fabrizio Palermo, nominato tre anni fa dal governo giallo-verde guidato da Giuseppe Conte. A Palermo, arrivato in Cdp da Fincantieri nel ruolo di cfo, poi promosso alla carica di amministratore delegato, non sarebbero insomma bastati alla riconferma i buoni risultati del gruppo durante l'anno della pandemia e anche ni precedenti.
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La scelta
Che la scelta di sostituire Palermo sia stata particolarmente difficile, lo dimostrano le voci che fino a ieri in tarda serata si sono inseguite di una sua possibile destinazione ad un'altra partecipata dello Stato.
L'assemblea delle Ferrovie che si è svolta ieri, ha indicato al posto di Gianfranco Battisti Luigi Ferraris, manager di lungo corso, già alla guida di Terna e prima ancora in Enel come cfo. Alla presidenza Nicoletta Giadrossi prende il posto di Gianluigi Vittorio Castelli. La neo presidente, fino al 2019 nel board di Fincatieri, ha una lunga carriera in Boston Consulting Group. Oggi alla guida di alcune società energetiche. Nel board entra anche Stefano Cuzzilla, attuale presidente di Federmanager.