A guidare il Fisco in assenza del direttore, c'è il vice Aldo Politico che, però, andrà in pensione il prossimo 31 gennaio. Alle Dogane la situazione è complicata dal fatto che, sempre il 31 gennaio, arriverà la Brexit. Urge una guida con pieni poteri per affrontare questo passaggio epocale. Senza contare che il malumore tra i dipendenti delle tre Agenzie sta ormai montando. I sindacati hanno proclamato per oggi un blocco degli uffici dell'Agenzia delle Entrate e delle Dogane e dei Monopoli per due ore, dalle ore 10 alle ore 12, con assemblee che di fatto paralizzeranno la macchina fiscale in occasione del Fisco-day. Lamentano soprattutto la carenza di personale.
L'EMERGENZA
La questione delle Agenzie, insomma, rischia di diventare per il governo un'emergenza. Così il consiglio dei ministri convocato per questa sera, dovrebbe sciogliere finalmente il nodo. A capo delle Entrate dovrebbe tornare Ernesto Maria Ruffini, che ha già guidato l'Agenzia da giugno del 2017 fino all'insediamento del primo governo Conte. Ruffini è l'uomo della dichiarazione precompilata e della semplificazione fiscale. Ed è stato colui che ha portato alla fusione di Equitalia (della quale era presidente) all'interno della stessa Agenzia delle Entrate. A spingere sul suo nome sarebbe stato soprattutto il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Una scelta che avrebbe ottenuto anche l'appoggio dei renziani di Italia Viva.
Alle Dogane e Monopoli, salvo sorprese dell'ultima ora, dovrebbe arrivare Antonio Agostini, attualmente dirigente al Dipartimento per la programmazione economica di Palazzo Chigi, e in precedenza segretario generale del ministero dell'Ambiente.È circolato anche il nome di Francesco Lo Passo, già consulente del ministero del Tesoro e di quello degli Affari Esteri. Per l'Agenzia del Demanio, invece, si fa il nome di Marcello Minenna. La scelta in questo caso sarebbe caduta sul professore universitario e dirigente Consob per i suoi progetti di valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico da utilizzare anche in chiave di riduzione del debito. Un'idea che non sarebbe dispiaciuta a Gualtieri e che lo stesso Minenna ha illustrato più volte pubblicamente, ossia conferire una parte dei 283 miliardi degli immobili pubblici in delle società veicolo di proprietà pubblica che emettano strumenti finanziari che darebbero ai partner industriali, selezionati con meccanismi competitivi, concessioni d'uso dei beni, possibilità di valorizzazione e di riscatto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA