Nike, UE avvia indagine sul regime fiscale concesso dall'Olanda

Nike, UE avvia indagine sul regime fiscale concesso dall'Olanda
2 Minuti di Lettura
Giovedì 10 Gennaio 2019, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 18:11
(Teleborsa) - Gli accordi fiscali preventivi (fiscal ruling) concessi dall'Olanda a Nike avrebbero procurato alla società un vantaggio indebito rispetto ai concorrenti in violazione delle regole europee sugli aiuti di Stato. Per questo motivo, a causa di sospetti aiuti illeciti derivanti da accordi fiscali ad hoc, Nike e Olanda sono finite nel mirino dell'Ue.

Sul caso sta indagando la Commissione europea che, oggi, ha annunciato di aver aperto un'inchiesta approfondita sul trattamento fiscale di Nike European Operations Netherlands e Converse Netherlands, due controllate olandesi del gruppo Nike da oltre 1.000 dipendenti che sviluppano, immettono sul mercato e incassano i ricavi della vendita dei prodotti Nike e Converse in Europa, Medio Oriente e Africa.

"Gli Stati membri non dovrebbero consentire alle società di creare strutture complesse che riducono indebitamente i loro profitti tassabili e danno loro un vantaggio sleale rispetto alla concorrenza" ha affermato la commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager assicurando che "la Commissione esaminerà attentamente il trattamento fiscale di Nike in Olanda, per valutare se sia in linea con le norme sugli aiuti di Stato" e salutando, comunque, con favore "i passi fatti dai Paesi Bassi per riformare le norme tributarie per le aziende e per far sì che le società possano competere a parità di condizioni nell'Ue".

Al centro dell'indagine vi sono i cosiddetti tax rulings, cinque accordi che, tra il 2006 e il 2015, il Fisco olandese ha fatto con le società in questione allo scopo di definire il metodo di calcolo delle royalties che devono essere pagate dalle due società olandesi per l'uso dei diritti di proprietà intellettuale connesso ai prodotti. Tali royalties vengono detratte dall'imponibile per finire, poi, ad altre due società del gruppo Nike, anch'esse olandesi ma non tassabili nei Paesi Bassi.

Il sospetto della Commissione è che i pagamenti delle royalties non riflettano la realtà economica in quanto appaiono più elevati di quelli che avrebbero concordato società indipendenti tra loro, a condizioni di mercato.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA