Nei giorni scorsi, l'ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, ha parlato dell'investimento come «non strategico» e la banca potrebbe valutare di vendere una parte della quota. Tenere le azioni potrebbe avere una sua logica, in vista di futuri apprezzamenti del titolo: il mercato dei pagamenti digitali è in forte crescita in Italia e la società userà i proventi dell'aumento di capitale per diminuire il debito, con l'obiettivo di raggiungere alla fine del 2019 un rapporto tra indebitamento finanziario netto e ebitda compreso tra 3 e 3,5 volte. Anche l'ex ad di Creval, Mauro Selvetti, ad esempio, pare non considerasse la quota strategica e probabilmente l'avrebbe venduta, ma ora spetta al nuovo ad Luigi Lovaglio decidere il da farsi. Secondo un report di Equita, «una sua eventuale valorizzazione avrebbe un impatto positivo sul capitale di Creval compreso tra i 20 e i 35 punti base». Detto questo, molto dipenderà anche dal prezzo finale che sarà fissato dal cda della società al termine del road show per presentare il gruppo ai potenziali investitori e che partirà dopo il via libera della Consob. Non è ancora facile dire quale potrà essere la data del debutto ma, salvo sorprese o ritardi, l'arrivo in Borsa di Nexi dovrebbe indicativamente avvenire entro la prima metà di aprile.
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