Intesa Sanpaolo e Nexi trattano alleanza nei pagamenti

Intesa Sanpaolo e Nexi trattano alleanza nei pagamenti
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 15:47
Intesa Sanpaolo e Nexi studiano un rafforzamento dell'alleanza nei pagamenti attraverso lo scambio tra le attività di acquiring dell'istituto milanese e una quota azionaria nella più grande azienda di pagamenti italiana. Le due società hanno avviato «nei giorni scorsi contatti preliminari per valutare eventuali operazioni volte ad estendere
la partnership già esistente» senza che sia «stato definito alcun progetto né di natura industriale né tantomeno di natura finanziaria che contempli valori», ha spiegato Nexi in una nota dopo le anticipazioni de Il Messaggero.

«Qualsiasi ipotetica operazione non potrà che essere coerente con la missione di Nexi» di essere «partner indipendente» di tutto il sistema bancario italiano nei pagamenti digitali. Per cui «è del tutto priva di fondamento» l'ipotesi che a Intesa possa finire una quota del 30-40%, in cambio di attività valutate 2-3 miliardi di euro.

Un paletto l'ha piantato anche Cà de Sass chiarendo che «eventuali operazioni» allo studio «non configurerebbero» per la banca «obblighi» di Opa. Per Nexi la soglia oltre la quale scatta un'offerta obbligatoria è fissata al 25%, anche se la presenza di un socio con il 60% del capitale (la Mercury dei fondi Advent, Bain e Clessidra) dovrebbe disinnescarla. Le attività di acquiring sono i servizi attraverso i quali una banca gestisce le transazioni con carte di pagamento e assicura l'accreditamento del corrispettivo delle transazioni a favore di commercianti, imprese e pubbliche amministrazioni. Intesa nel 2016 aveva già venduto a Nexi (allora si chiamava Icbpi) Setefi (i pos) e Isp card per 1 miliardo di euro, stipulando un accordo commerciale della durata di dieci anni.

Secondo Bloomberg la transazione potrebbe valere oltre 1 miliardo e potrebbe venir pagata con un mix di contanti e
azioni, per una quota non superiore al 20%. Intermonte ipotizza che il business possa valere 1,9 miliardi, pari a circa il 25% di Nexi, attribuendo alle attività di acquiring la metà dei 442 milioni di commissioni generate da Intesa con carte e pagamenti. Molte sono però le variabili in gioco, a partire dai ricavi e dal personale che verrà allocato nel ramo d'azienda ceduto.

In Borsa Nexi è decollata, chiudendo in rialzo del 4,9%, mentre Intesa ha chiuso poco mossa (-0,1%). «Da un punto di vista industriale l'operazione avrebbe senso per Nexi in quanto il business dei pagamenti è di scala e verrebbero generate importanti sinergie», evidenzia Equita. Mentre sul fronte Intesa«potrebbe far emergere il valore» delle attività cedute, assicurando a Cà de Sass «un'esposizione azionaria in un leader nel mercato in forte crescita dei pagamenti». E c'è chi, come Fidentiis, si domanda se possa essere solo «l'inizio» di una strategia di consolidamento. Nelle trattative Intesa è assistita da Ubs mentre advisor di Nexi è Mediobanca.

 
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