"New Views of Working". Come nasce questo progetto?
"Il progetto dedicato al secondo piano della sede di Sace a Palazzo Poli nasce tra il 2018 e il 2019 per rispondere a delle esigenze che stavano nascendo ovvero adattare gli spazi alle nuove modalità di lavoro che si stavano affacciando in quel momento. Il progetto si è poi evoluto negli anni seguenti ed è partito ufficialmente a dicembre 2020 per concludersi a giugno di quest'anno. Abbiamo messo al centro le persone per cercare di rispondere alle necessità lavorative dando a ognuno i giusti spazi per svolgere, nel corso della giornata, le sue diverse funzioni in maniera più efficiente, efficace ed anche più comoda".
Cosa era emerso dallo studio preliminare da voi effettuato per valutare l'utilizzo degli spazi di lavoro in Sace?
"Prima di intervenire abbiamo effettuato uno studio basato su tre strumenti. Il primo è il Time Utilisation Survey (TUS) che – studiando il tempo passato a svolgere una certa mansione in un certo spazio – ci ha permesso di avere una fotografia della situazione. A ciò è seguita una valutazione del benchmark, per confrontarci con il mercato e capire come il mondo all'esterno si stava evolvendo, e un'ultima fase di interviste al top management volta a individuare quelle che sono le vision e le esigenze delle singole strutture che sono in Sace. Da questa analisi è emerso che le persone in Sace non utilizzavano in maniera corretta gli spazi per assenza di quelle dotazioni, o spazi, tali da poter permettere maggiore collaborazione ed efficienza del lavoro in relazione degli strumenti a disposizione. Abbiamo quindi cercato di introdurre spazi, dotazioni e forniture tali da poter cambiare il luogo di lavoro in funzione di quello che si deve fare, incentivando, al contempo, la collaborazione informale e le interazioni all'interno dell'ufficio".
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