La crisi degli abbonati fa crollare il titolo Netflix in borsa. Dopo l'annuncio sulla previsione delle nuove sottoscrizioni alla piattaforma streaming nel primo trimestre del 2022 (2,5 milioni contro i 4 inizialmente annunciati), il contraccolpo a Wall Street è stato fortissimo: giù del 20,2% a 405,50 dollari, nell’afterhours sul listino del Nasdaq, dove aveva chiuso la seduta in calo dell’1,48% a 508,25 dollari in attesa dei risultati trimestrali.
Crisi Netflix, sprofonda in borsa
Mancato anche l'obiettivo (di poco) di abbonati per il 2021, chiuso con 8,3 milioni di nuove utenze, 200 mila in meno di quelle preventivate. Dopo il boom positivo avvenuto nella primavera 2020 e dovuto soprattutto al lockdown, la società statunitense registra ancora un calo in borsa, che prosegue da due mesi a questa parte e dovuto anche alla concorrenza di altre piattaforme streaming come Disney e Prime Video (di Amazon).
Quello registrato nel 2021 è il ritmo di abbonamenti più lento degli ultimi cinque anni per Netflix. Attualmente gli abbonati sono circa 222 milioni, che consentono all'azienda californiana di mantenere comunque il primato sui competitor. Preoccupa, in ogni caso, la crescita della concorrenza, che sembra pronta a dare battaglia per il primato.
Netflix tumbles more than 20% https://t.co/7T1UmuEArc pic.twitter.com/yQHTpzPQTs
— Bloomberg (@business) January 21, 2022
Rincaro sull'abbonamento?
Il Covid «ha creato un sacco di instabilità», ha detto il co-Ceo di Netflix Ted Sarandos. «Per ora, stiamo solo mantenendo la calma e cercando di capire», ha aggiunto Reed Hasting, l’altro co-Ceo, presidente e co-fondatore. I ricavi arrivano a 7,7 miliardi nel trimestre. Un risultato comunque positivo, che però non metta al sicuro gli utenti da futuri rincari, già previsti negli Stati Uniti.
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