Mutui, a luglio i tassi su al 2,45%, ma cresce la domanda di prestiti

Dopo la stretta sui tassi da parte della Bce, rincari in vista per le rate dei finanziamenti

Mutui, tassi verso l'aumento dopo la Bce: ecco come crescono le rate
di Jacopo Orsini
4 Minuti di Lettura
Venerdì 9 Settembre 2022, 20:18 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 00:16

Costa di più pagare un mutuo per comprare una casa. E l’aumento, dopo la stretta varata dalla Banca centrale europea giovedì scorso, è destinato a diventare più pesante nei prossimi mesi. A luglio i tassi di interesse sui prestiti erogati alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso annuale effettivo globale, Taeg) si sono attestati al 2,45% (2,37 in giugno).

In salita, secondo i dati pubblicati ieri dalla Banca d’Italia, anche i tassi dei finanziamenti: per le nuove erogazioni di credito al consumo si sono collocati infatti all’8,48% (dall’8,34 del mese precedente).

Giù invece i saggi sui prestiti alle società non finanziarie (1,31 dall’1,44%).


Tuttavia, sempre a luglio, nonostante l’aumento dei tassi di interesse, i prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,9% su base annua (3,2% a giugno). I prestiti alle famiglie sono saliti del 4% (4,1% a giugno) e quelli alle società non finanziarie del 3,7% (era il 2,6%). Crescono poi ancora anche i depositi del settore privato, saliti del 3,5% annuo (contro il 3% a giugno).


L’AGGRAVIO
Intanto l’aumento dei tassi dello 0,75% deciso giovedì scorso dalla Banca centrale europea per frenare la corsa dell’inflazione renderà ancora più pesanti nei prossimi mesi le rate dei mutui. Secondo le simulazioni del portale Facile.it per un prestito medio poco oltre i 100mila euro di importo a tasso variabile la spesa potrebbe salire di circa 45 euro al mese rispetto a oggi. Se sommiamo anche gli aumenti registrati da inizio anno, chi ha sottoscritto un mutuo indicizzato lo scorso gennaio vedrebbe un aggravio complessivo di circa 104 euro al mese. 


Più precisamente Facile.it ha ipotizzato un finanziamento a tasso variabile da 126.000 euro con durata di 25 anni sottoscritto a gennaio 2022. Il tasso di partenza sottoscritto a gennaio e usato nell’analisi è pari a 0,67%, corrispondente a una rata mensile di 456 euro. A settembre la rata è arrivata a 515 euro, circa 58 in più rispetto a quella iniziale. Con un aumento del costo del denaro di 75 punti base, ipotizzando che l’Euribor cresca in modo analogo, la rata potrebbe salire a 560 euro, 45 euro in più al mese rispetto ad oggi. In totale 104 euro in più al mese rispetto alla rata di partenza.


MutuiOnline.it ha preso invece in considerazione un impiegato di 39 anni che richiede un mutuo di 140.000 euro per un immobile da 200.000 con durata di 20 anni. Fino al giorno prima della stretta della Bce la migliore offerta a tasso fisso aveva un tasso del 2,89% e prevedeva il pagamento di 769 euro mensili. Con l’aumento di 75 punti base la rata potrebbe salire a 822 euro, aumentando quindi del 6,9%, e costando oltre 12.700 euro in più nell’arco di 20 anni. Il tasso variabile crescerebbe in proporzione anche di più: la migliore offerta al momento prevede un pagamento di 664 euro al mese, con tasso 1,32%, che diventerebbero 713 se il tasso salisse a 2,07%. Un esborso di oltre 11.700 euro in più, pari al 7,4%.


L’INDICE
«Per quantificare la reale portata degli aumenti sarà necessario aspettare di vedere quale sarà l’impatto delle decisioni della Bce sull’Euribor- afferma Ivano Cresto, di Facile.it -. Va ricordato che questo indice tende a muoversi insieme ai tassi della banca centrale, ma non è detto che lo faccia in modo speculare. E anche in caso di rincari - prosegue - l’impatto effettivo sulle rate dipenderà dalle caratteristiche del mutuo. Per chi sta pagando da anni, ad esempio, l’aumento sarà più modesto, mentre per chi lo ha ottenuto di recente, potrebbe essere più consistente».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA