Apple nel mirino dell'Antitrust Ue dopo le accuse di Spotify

L'amministratore delegato di Spotify Daniel Ek
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Lunedì 6 Maggio 2019, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 21:44
La guerra della musica è iniziata, e la Ue si appresta a scendere in campo per fare da arbitro e sanzionare i comportamenti scorretti. Il primo cartellino giallo lo tirerà fuori contro Apple, accusata dalla rivale Spotify di abusare della sua posizione dominante per favorire il suo servizio Apple Music ai danni dei concorrenti.

Secondo quanto riporta il Financial Times in un'anticipazione, tra qualche settimana l'antitrust europeo
aprirà un'indagine formale contro Cupertino. Le accuse inviate a Bruxelles dalla svedese Spotify hanno convinto la squadra della commissaria alla concorrenza Margrethe Vestager ad approfondire il nuovo caso di possibile comportamento anticoncorrenziale da parte di un attore in evidente posizione dominante.

A marzo scorso Spotify ha accusato la Apple di aver messo in atto una strategia per limitare i servizi di musica in streaming che sono in concorrenza con il suo. Uno dei metodi usati è molto semplice: Apple li costringe a pagare una "tassa" per ogni abbonamento che i nuovi utenti sottoscrivono utilizzando l'App store. L'obolo è piuttosto alto: il 30% dell'abbonamento per il primo anno, e il 15% dal secondo in poi. E vale anche per quegli utenti già abbonati che però decidono di passare all'account 'premium'. Per quelli che invece si abbonano via web, i costi per Spotify e gli altri non salgono.

La tassa di Apple ha spinto l'azienda svedese a portare le accuse allo scoperto: «Pagandola saremmo costretti ad alzare artificialmente i prezzi per i nostri abbonamenti Premium, decisamente al di sopra del prezzo di Apple Music. E per mantenere i nostri prezzi competitivi per i clienti, questo è qualcosa che non possiamo fare», ha detto il mese scorso l'amministratore delegato Daniel Ek. Ma la tassa non è l'unica restrizione alla concorrenza che Apple ha scelto di applicare: sempre secondo le accuse di Spotify, limita le loro comunicazioni con i clienti. «In alcuni casi non ci è neanche consentito di inviare email ai nostri clienti che usano Apple», ha spiegato Ek. Misure che, ad esempio, non vengono applicate ad altre app come Uber e Deliveroo.

La Ue si era già occupata di Apple nel 2016 per la maxi-evasione legale, ovvero i 13 miliardi di euro di tasse non riscosse dallo stato irlandese, che ora deve invece recuperare. Anche questa nuova indagine potrebbe portare in ultima analisi ad una sanzione pecuniaria, ma prima la Ue chiederà alla società di proporre rimedi che convincano anche i suoi concorrenti.
 
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