MPS, finita la trattativa con UniCredit. Ora ricapitalizzazione e proroga di Bruxelles

MPS, finita la trattativa con UniCredit. Ora ricapitalizzazione e proroga di Bruxelles
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Lunedì 25 Ottobre 2021, 08:30
(Teleborsa) - "Nonostante l'impegno profuso da entrambe le parti, UniCredit e il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) comunicano l'interruzione dei negoziati relativi alla potenziale acquisizione di un perimetro definito di Banca Monte dei Paschi di Siena". È con questa breve nota che è stata messa la parola fine alla trattativa tra Unicredit e Via XX Settembre per l'uscita del Tesoro dal capitale della banca senese. Non sono stati resi noti i motivi dello stop alle trattative, che andavano avanti in maniera esclusiva dal 29 luglio, ma diverse fonti citano un disallineamento di circa 3 miliardi di euro sulla dote pubblica che il venditore avrebbe dovuto riconoscere al compratore.

Al momento, visto che è altamente improbabile che si materializzino compratori istantanei, l'unica strada percorribile per il Governo sembra essere quella dell'avvio di un secondo piano di ristrutturazione da negoziare con la Dg Comp a Bruxelles (la direzione generale della Commissione UE che si occupa di concorrenza) mediante un'altra ricapitalizzazione precauzionale di 2,5-3 miliardi e una proroga rispetto alla scadenza del bilancio 2021 per trovare il nuovo azionista.
Ciò potrebbe però portare molta turbolenza sul titolo a Piazza Affari. Inoltre, l'ok dalla Commissione UE è improbabile arrivi senza condizioni, considerando che l'Italia è già inadempiente rispetto agli impegni presi nel 2017 e che il piano stand alone presentato a gennaio dall'AD Guido Bastianini non ha mai ricevuto l'avallo della vigilanza europea.

Le reazioni politiche

Per Alberto Bagnai, responsabile economia della Lega, quello di ieri è "l'epilogo evitabile di una trattativa impostata male, cioè considerando un unico contraente, e condotta peggio, cioè piegandosi all'illimitato vantaggio negoziale conferito alla controparte". Il Carroccio ha chiesto poi quale soluzione proponga ora il segretario del PD Enrico Letta, neo deputato eletto proprio a Siena. "L'impressione è che Unicredit pensava di partecipare a una svendita, sostanzialmente. Invece il ministro del Tesoro è stato corretto", ha detto Letta intervistato da Fabio Fazio. "Serve ora più tempo con l'Europa per avere altre opzioni sul tavolo e che queste opzioni abbiano la possibilità di mettere in atto gli impegni: salvaguardia dell'occupazione, della banca e del marchio. Altre opzioni? Da adesso in poi ci saranno", ha aggiunto.

"Non sarebbe uno scandalo se Draghi, grazie alla sua autorevolezza, chiedesse all'Europa una proroga", è stato il commento del sindaco di Siena Luigi De Mossi. Addirittura ottimista il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani: "Il Monte dei Paschi di Siena ce la può fare, senza dover essere incorporato in altra banca. Oggi ci giunge la notizia positiva della interruzione della trattativa Unicredit-MEF". Intanto, i presidenti delle commissioni Finanze di Camera e Senato, Luigi Marattin e Luciano D'Alfonso, invitano al ministro dell'Economia Daniele Franco a riferire in Parlamento.

L'idea Terzo Polo

Secondo Carla Ruocco, deputata del Movimento 5 stelle e presidente della commissione d'inchiesta sul sistema bancario, "l'Europa non avrà difficoltà" a concedere una nuova proroga per rinviare la privatizzazione di MPS. "Andrà detto all'Europa che questo tempo gioverà a chiarire una scelta: se cioè sia più funzionale al modello di PNRR approvato il rafforzamento di un "duopolio" bancario o se invece, come da molti sostenuto, non sia più utile trovare una soluzione che favorisca la creazione di un "terzo polo" bancario", ha detto in un'intervista a La Stampa. "Un polo che faccia ad esempio della territorialità delle banche che lo compongono un elemento distintivo e coerente con le caratteristiche peculiari del nostro modello industriale, fortemente incentrato sulle pmi spesso raccolte nei distretti industriali", ha aggiunto.

Il ruolo di Banco BPM

Banco BPM ha ribadito di non avere interesse a sedersi al tavolo e di non essere stato contattato di recente, avendo come priorità il nuovo Piano industriale del 5 novembre. L'istituto guidato da Giuseppe Castagna potrebbe peraltro diventare l'obiettivo della stessa UniCredit, anche se capitalizzazione attuale (circa 4,4 miliardi di euro) ai quali aggiungere un premio rende per ora complicato raggiungere un accordo. La certezza è ora che il risiko bancario in Italia rimane congelato, fatto che potrebbe allungare i tempi anche per la sistemazione di Banca Carige.
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