Per gli automobilisti non sembrerebbe esserci via di scampo, dal momento che gli adeguamenti tariffari si basano su una serie di indicatori quali la qualità, gli investimenti realizzati nell'anno precedente e l'inflazione (quella programmata dell'1,2 e quella rilevata effettivamente dall'Istat dello 0,9).
Il MIT nel frattempo ha precisato che tali aumenti tariffari, nell'ordine dello 0,81 per cento, si baserebbero su "documenti ricognitivi" che non pregiudicano la decisione finale e che "si sta lavorando per arrivare a una sterilizzazione più ampia possibile della dinamica dei pedaggi", in attesa che entrino pienamente in vigore il nuovo assetto normativo e le prerogative rafforzate dell'Autorità di regolazione dei trasporti circa la dinamica delle tariffe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA