Mes, cresce il pressing su Roma. Giorgetti: «Ci sono altre priorità»

Mes, cresce il pressing su Roma. Giorgetti: «Ci sono altre priorità»
di Rosario Dimito e Gabriele Rosana
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Sabato 29 Aprile 2023, 06:18

Avanti con la ratifica della riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, e con il completamento dell'Unione Bancaria. Schierate sul podio della conferenza stampa al termine dell'Eurogruppo informale di ieri a Stoccolma, le istituzioni Ue si sono trovate tutte d'accordo nel rinnovare il pressing nei confronti dell'Italia, ultimo Paese dell'Eurozona a dover ancora dare il via libera al nuovo Mes. E, di fatto, a ostacolarne l'entrata in vigore. «Abbiamo bisogno che questo strumento venga ratificato in modo che, pur rispettando appieno la decisione che potrebbe prendere l'Italia di non accedere mai ai prestiti del Mes, altri Paesi possano farvi tuttavia ricorso in caso di necessità», ha spiegato il presidente dell'Eurogruppo Paschal Donohoe. A ricordare il legame tra il Mes e la funzione di scudo contro le crisi bancarie è stato il direttore esecutivo del Meccanismo Pierre Gramegna, che ha anticipato un nuovo viaggio a Roma nelle prossime settimane per sbloccare l'impasse, «provando a spiegare meglio lo scopo del "backstop", la rete di sicurezza del Mes con cui vogliamo raddoppiare la capacità di proteggerci dalle turbolenze finanziarie».

GLI APPROFONDIMENTI
Assente giustificato al mattino perché impegnato a risolvere il caos scoppiato con il voto del giorno prima sullo scostamento di bilancio, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti è arrivato in Svezia nel pomeriggio, e ha subito avuto un bilaterale con la presidente della Bce Christine Lagarde. Prima di lasciare Roma, ha aperto ad «approfondimenti» sul dossier Mes, anche se ha lasciato intendere che «per arrivare a una variazione di posizione serve un approccio più ampio sull'Unione Bancaria, la vera priorità»: la ratifica da parte italiana per ora non è in agenda.

A Stoccolma - dove si riuniranno ancora oggi nell'Ecofin - i ministri delle Finanze sono tornati a misurare lo stato di salute delle banche europee. «Il nostro sistema bancario rimane stabile e resiliente», ha detto Donohoe, «regole forti e una sorveglianza efficace sono la nostra prima linea di difesa».

Ma «l'Unione Bancaria rimane in cima alle priorità Ue», ha confermato. Quanto successo negli Usa, con la Silicon Valley Bank e First Republic, «depone a sostegno della scelta dell'Ue di applicare gli standard prudenziali di Basilea a tutte le banche, e non soltanto a quelle più grandi», ha fatto eco il commissario Paolo Gentiloni. Se la zona euro «è in grado di agire in maniera credibile e repentina per tutelare la fiducia quando necessario - ha proseguito - allo stesso tempo dobbiamo continuare a lavorare per rendere il nostro sistema finanziario ancora più resiliente», incluso l'Edis, cioè lo schema comune di garanzie sui depositi.

SCIVOLONI IN BORSA
Intanto, ieri seduta volatile e contrastata per i listini europei, appesantiti dalla debolezza del comparto bancario. I titoli dei principali istituti sono tornati sotto pressione, sulla scia dei timori sulle condizioni del sistema creditizio americano: ieri First Republic ha perso un altro 39%.In Italia sul Ftse Mib (-0,30%) ha pesato l'indice Ftse Bank, calato del 3,3% anche se da inizio anno conserva un + 17,5%: il peggior titolo è stato Mps (- 4,4%), mentre da inizio anno la performance migliore è di Unicredit (+ 35,1%), la peggiore di Fineco (-11,5%). Il contesto generale resta improntato alla cautela in vista anche della nuova tornata di riunioni delle banche centrali della prossima settimana che sembra favorire prese di profitto. Lo spread Btp/Bund ha chiuso a 186 punti (-1,6%) dopo un'apertura a 189.

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