Mes, Conte rinvia: «Decisione a ottobre» Pd e Iv pressano per incassare i 36 miliardi

Mes, Conte rinvia: «Decisione a ottobre» Pd e Iv pressano per incassare i 36 miliardi
di Alberto Gentili
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Venerdì 29 Maggio 2020, 09:22 - Ultimo aggiornamento: 16:54

Dopo il varo del Recovery Fund da 750 miliardi, Giuseppe Conte ha voluto ringraziare Ursula von der Leyen per essere stata «ambiziosa» così come avevano chiesto l'Italia, la Francia e gli altri Paesi del Sud Europa. Niente mediazioni al ribasso, da parte della presidente della Commissione europea, rispetto al piano di Emmanuel Macron e Angela Merkel. Anzi, il rilancio con 250 miliardi di prestiti, aggiunti ai 500 miliardi a fondo perduto della proposta franco-tedesca: «Una scelta europeista, sulla base della consapevolezza che la crisi riguarda l'Europa intera», ha detto il premier alla von der Leyen. Nel colloquio telefonico, fanno sapere fonti di palazzo Chigi, Conte e la presidente della Commissione hanno commentato la struttura della proposta di Bruxelles. E il premier ha anticipato che al Consiglio europeo del 19 giugno e poi in quello decisivo e straordinario di luglio, «l'Italia difenderà con la massima fermezza» l'importo e le finalità del recovery fund messi a rischio dall'offensiva di Olanda, Austria, Svezia, Danimarca. Nessun accenno al tema più delicato, i tempi: «E' prematuro, prima deve essere ratificato l'accordo in Consiglio europeo», filtra da palazzo Chigi. Eppure, il governo italiano avrebbe voluto poter utilizzare già quest'anno, invece del 2021, uno spicchio dei 172 miliardi che avrà a disposizione. Le risorse europee arriveranno comunque sulla base del recovery national plan che verrà presentato a fine settembre insieme dalla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza (NaDef), in modo da permettere alla Commissione di «valutarlo più rapidamente».

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UN PIANO PER IL PAESE
Nel Recovery Plan italiano, «che serve al nostro Paese per diventare più moderno», Conte ha anticipato alla von der Leyen di voler inserire la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica, la semplificazione amministrativa per sbloccare investimenti e cantieri, la green economy e i trasporti, la riforma della giustizia per abbreviarne i tempi, istruzione e ricerca, turismo e cultura. «Un piano che ci viene chiesto dagli italiani, non da Bruxelles». La riforma fiscale invece non entrerà nel pacchetto, come invece previsto in un primo momento dallo stesso premier.
Un progetto ambizioso, di cui Conte ha parlato in serata con i ministri Roberto Gualtieri (Economia) ed Enzo Amendola (Europa), che richiede molte risorse. E siccome il Recovery Fund diventerà operativo dal prossimo anno, torna per Conte il problema se ricorrere al Fondo salva stati (Mes) che grazie a interessi pari a zero, permetterebbe all'Italia di risparmiare circa 7 miliardi su 36 che possono arrivare dal Mes per le spese sanitarie dirette e indirette. Il premier temporeggia: «Faremo i conti e valuteremo se sarà necessario il ricorso al Mes alla fine del percorso del Recovery Fund». E se riterrà necessario attingere alla linea di credito avversata dai 5Stelle, andrà in Parlamento «a far votare l'intero pacchetto». Con Mes, Sure anti-disoccupazione, investimenti della Bei per le imprese e, appunto il Recovery Fund.

A palazzo Chigi sono prudenti e rinviano: «Non c'è alcuna fretta. E' bastata la presentazione del Recovery Fund per far calare nettamente lo spread e se continueremo ad avere un Recovery Fund ambizioso lo spread resterà basso. Tanto più che sui mercati c'è l'ombrello della Banca centrale europea». Dunque, «una decisione non sarà necessaria prima di ottobre-novembre. Parlarne adesso sarebbe improprio».
Una cautela che si scontra con le esigenze di cassa. Il Mes potrebbe essere utilizzato già tra qualche settimana e Gualtieri, come il Pd, Leu e Italia viva, non escludono di dovervi ricorrere. Anzi. Perché è un «fattore di stabilità»: «Valuteremo insieme l'opportunità di un suo eventuale utilizzo», dice Gualtieri. E il renziano Luigi Marattin avverte: «I 36 miliardi del Mes saranno disponibili tra qualche giorno. Quelli del Recovery Fund, ancora non sappiamo se e quando». Dunque vanno usati.

 
 
 
 
 


 

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