Mediolanum, accordo con Agenzia Entrate da 79 milioni

Mediolanum, accordo con Agenzia Entrate da 79 milioni
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Mercoledì 19 Dicembre 2018, 15:30 - Ultimo aggiornamento: 19:42
Mediolanum fa (di nuovo) pace con il Fisco italiano, che contestava alla società controllata dalle famiglie Doris e Berlusconi di aver appostato una parte eccessiva dei suoi ricavi in capo alle controllate irlandesi e lussemburghesi allo scopo di beneficiare di aliquote fiscali più morbide rispetto a quelle applicate in Italia. Il gruppo di promotori finanziari pagherà 79 milioni di euro (72 milioni relativi all'irlandese Mediolanum International Funds e 7 milioni per la lussemburghese Gamax Management) per chiudere le contestazioni sulle annualità 2010-2013. Per il periodo 2014-2016, su cui sono stati accantonati 30 milioni, verrà avviato un arbitrato fiscale allo scopo di definire una corretta ripartizione degli utili.

Nel complesso si tratta di 109 milioni lordi, con «un impatto netto sui conti del 2018», ha spiegato all'ANSA l'ad Massimo Doris, di «105 milioni». Conto che potrebbe però diminuire se Mediolanum otterrà una riduzione del reddito imponibile in Irlanda, obiettivo a cui la società punta attraverso «l'apertura di una procedura amichevole tra le amministrazioni» dei due Paesi. Oggetto di contestazione da parte del Fisco - come già tre anni fa, quando Mediolanum aveva chiuso un contenzioso sugli esercizi 2005-2014 pagando 120 milioni di euro - sono le commissioni che vengono retrocesse alle società estere che si occupano di confezionare fondi e prodotti finanziari da parte di quelle italiane che li distribuiscono.

Troppe secondo l'Agenzia delle Entrate, con l'effetto di ridurre la base imponibile nel nostro Paese. «Banca Mediolanum ha un conto economico che può assorbire l'impatto.
Ritengo che i 20 centesimi di dividendo a saldo in aprile (l'acconto di 20 centesimi è stato pagato a novembre, ndr) non sia in discussione. Siamo confidenti di saldarlo», ha detto Doris, rassicurando gli investitori sulla cedola 2018. L'ad di Mediolanum ha sottolineato anche come sia caduta «la contestazione iniziale» di «esterovestizione», che contemplava la «cifra pazzesca» di «853 milioni di maggiori imposte da ribaltare sull'Italia, più le sanzioni». «Noi siamo stati sempre sereni perché abbiamo 90 persone, in aumento, che lavorano in Irlanda. Ora è stato riconosciuto che effettivamente la società opera in Irlanda». Intanto la Corte di Giustizia dell'Unione Europea ha rivendicato la competenza a valutare «se la legittimità della decisione della Bce che si oppone all'acquisizione di una partecipazione qualificata in Banca Mediolanum da parte di Fininvest», a causa della perdita dei requisiti di onorabilità di Silvio Berlusconi dopo la condanna per frode fiscale del 2013, «sia inficiata da eventuali vizi degli atti preparatori della Banca d'Italia». In Borsa Mediolanum ha perso l'1,36% a 5,08 euro. Confermata la solidità patrimoniale, con un Cet1 del 14,6% (20,2% su base pro-forma) al 30 settembre a fronte di un requisito di capitale Srep, fissato dalla Vigilanza per il 2019, del 7,77%.
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