Mediobanca, Nagel: discuteremo suggerimenti di Del Vecchio. Delfin sale al 7,52%

Mediobanca, Nagel: discuteremo suggerimenti di Del Vecchio. Delfin sale al 7,52%
3 Minuti di Lettura
Lunedì 28 Ottobre 2019, 11:00 - Ultimo aggiornamento: 16:28
«Noi dobbiamo rimanere concentrati su quello che facciamo. Ma è nostra consuetudine confrontarci con gli azionisti e le faremo con Delfin. Ci interfacceremo con Delfin per discutere di eventuali loro proposte e suggerimenti». Così l'ad di Mediobanca Alberto Nagel risponde sulle idee già espresse da Leonardo Del Vecchio, che con la sua holding Delfin è salito al 7,52% di Mediobanca, sull'attività futura dell'istituto.

«Questo è l'unico commento che faccio», ha premesso Nagel rispondendo a una domanda in conference call sulle idee di Del Vecchio su Mediobanca, dove è entrato nell'azionariato con un blitz. «Come sapete siamo un'attività vigilata. Questo meccanismo fa sì che l'organo cui spetta la definizione delle strategie è il cda», ha sottolineato. «Dobbiamo rimanere concentrati sulle consegne del nostro piano, anche perché siamo in situazione di mercato che nei prossimi anni vedrà un contesto di tassi negativi», ha concluso.

La Delfin di Leonardo Del Vecchio in Mediobanca ha raggiunto il 7,52% del capitale dal 6,94% del mese scorso, quando ha fatto ingresso nell'azionariato di Piazzetta Cuccia. E' quanto emerso in apertura dell'assemblea odierna dell'Istituto, dove è presente il 65,2% del capitale. La Delfin si porta così davanti a Bolloré che ha ridotto la sua quota al 6,73% dal 7,85% di un anno fa ed appena dietro a Unicredit che ha una quota invariata all'8,81%. Fra gli altri azionisti presenti nel libro soci, letto dal Presidente di Mediobanca, Renato Pagliaro, vi sono anche Blackrock con una quota del 4,98% e Banca Mediolanum al 3,28%.

"Tra 10/15 anni le Generali esisteranno e il mio auspicio è che rimangano indipendenti e con base in Italia", ha detto ancora Nagel parlando in assemblea della compagnia assicurativa. Il manager ha affermato che oggi "non ci sono programmi" per vendere la quota del 3% di Generali, ma se "dovessero arrivare delle opportunità di M&A, soprattutto nel wealth management, Mediobanca potrebbe prenderla in considerazione". Il manager ha spiegato che la vendita del pacchetto Generali rispondeva ad una "esigenza poi venuta meno" di mantenere gli indici di bilancio in buono stato. In più, le norme europee sono cambiate e danno tempo a Piazzetta Cuccia fino al 2024 per dedurre la partecipazione in Generali dal patrimonio.

"Vendere una quota di Generali - ha sottolineato - ha senso solo se abbiamo bisogno di capitale, e non è il nostro caso, se possiamo, investiamo in attività che abbiamo rendimenti altrettanto interessanti, considerato che Generali dà un ottimo rendimento, pari al 15% sul capitale allocato". Parlando del Leone di Trieste, Nagel ha affermato: "Ritengo che le Generali siano gestite in maniera efficace e corretta, i risultati si vedono sia dal punto di vista dell'utile sia del titolo". E ha aggiunto: "Spero che rimangano indipendenti e con base in Italia".

Il numero uno di Mediobanca ha commentato poi con molta soddisfazione i risultati del'esercizio 2018/2019, chiuso al 30 giugno, oggi all'esame dell'assemblea degli azionisti. "E' stato particolarmente positivo per ricavi, patrimonializzazione, redditività e margini operativi", ha affermato il banchiere, spiegando che "la banca ha mutato il suo perimetro d'azione e i suoi business e questo mutamento fa fronte molto bene alla situazione di debole crescita economica e di tassi negativi".

Nagel ha poi aggiunto che i risultati hanno "raggiunto e in alcune metriche anche battuto" i target fissati nel piano d'impresa 2016/2019, perché Mediobanca "ha un DNA di crescita e sostenibilità che la differenziano da altri operatori in positivo". Il banchiere ha smentito la possibilità di un aumento di capitale e, rispondendo ad una domanda sull'opportunità di crescere nell'asset management con Fineco e Banca Generali, ha affermato che l'Istituto è "da anni impegnato a crescere anche attraverso operazione di M&A" e che "Fineco e Banca Generali sono operatori italiani di rilievo e di successo" e "da loro traiamo ispirazione".
© RIPRODUZIONE RISERVATA