L'appuntamento è fissato da mesi per il 4 settembre e dovrà decidere sulla fusione con Mediaset Espana, primo atto della costituzione di MediaforEurope, ma dalle precedenti assemblee il socio francese e la 'suà fiduciaria Simon sono sempre stati esclusi per decisione del Cda del Biscione, che ritiene illegittima l'acquisizione della quota in mano ai francesi. Che ora detengono direttamente il 9,99% di Mediaset, qualcosa di più di quanto si sapeva finora, e per queste azioni hanno chiesto al Tribunale di Milano il diritto di voto. Per ora nessuna notizia da parte della fiduciaria Simon, con in mano il 19% abbondante del Biscione, che si trincera dietro un 'no comment' sull'ipotesi che anch'essa possa avanzare la stessa richiesta.
Finora in Tribunale le cose non sono andate bene per i francesi ma, se oltre a Vivendi venisse accettata al voto anche Simon, l'operazione di fusione avrebbe pochissime probabilità di essere approvata, in quanto come operazione straordinaria ha bisogno del voto favorevole dei due terzi dell'assemblea.
La Borsa comunque al momento sta dalla parte di Mediaset: il titolo del Biscione ha chiuso in aumento dell'1,4% a 2,97 euro, un livello tranquillizzante per i meccanismi di recesso dall'operazione, anche sul fronte spagnolo.
Piazza Affari premia anche l'intesa con Prime Video, il servizio di video streaming di Amazon, sulla serie tv 'Made in
Italy'. È una novità importante per entrambe le società: per la prima volta Mediaset «valorizza un proprio contenuto inedito favorendone la trasmissione online in anteprima su un servizio di video streaming di terzi, mentre Prime Video investe in Italia sui diritti di prima visione per un contenuto di alta qualità», sottolinea una nota del Biscione. Che aveva annunciato accordi 'alla parì con gli Over the top, compresa Netflix, e ora sta cominciando a realizzarli.
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