Mediaset, Vivendi attacca. Il Biscione prepara il no alla fiduciaria Simon

Mediaset, Vivendi attacca. Il Biscione prepara il no alla fiduciaria Simon
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Martedì 3 Settembre 2019, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 4 Settembre, 13:44
Ultime scaramucce prima di un'assemblea cruciale, ma segnata nell'esito: Mediaset avvierà il processo di fusione con la controllata spagnola per far nascere MediaforEurope, l'holding olandese dove il Biscione intende concentrare tutte le sue attività. A poco serve la presenza di Vivendi con il 9,9% imposta dal giudice, mentre con ogni probabilità sarà esclusa la fiduciaria dei francesi Simon, che detiene oltre il 19% del Biscione e che sarebbe decisiva. Si terrà infatti prima dell'assemblea il Cda di Mediaset che deciderà sulla partecipazione di Simon e il Biscione, su
richiesta della Consob dopo un esposto di Vivendi, ha pubblicato l'ordinanza del Tribunale di Milano sul ricorso dei francesi. Il giudice ha ammesso Vivendi a esercitare il voto, ma definisce l'attribuzione della quota a Simon «non idonea a realizzare un'assoluta segregazione delle azioni Vivendi che superano il 10%», ricordando che precedentemente aveva valutato come «non abusiva» la scelta di Mediaset di bloccare Simon.

Nell'esposto in Consob visionato dall'Ansa, Vivendi afferma che il comunicato di sabato scorso del Biscione «fornisce informazioni inaccurate e fuorvianti», capaci di avere influenza sul titolo in Borsa. Mediaset il 22 agosto aveva compiuto un passo simile contro i francesi, che ricordano come «il Tribunale di Milano non può aver accolto le accuse e difese di Mediaset nei confronti di Simon Fiduciaria» e quindi il comunicato del Biscione «appare in contrasto con i contenuti, le parti coinvolte, gli effetti e gli obiettivi dell'ordinanza».

Questo lo scontro verbale, ma la sostanza sta nei numeri. Vivendi per bloccare la fusione deve raccogliere un terzo dei voti dell'assemblea e al momento appare lontana da questa soglia. Successivamente potrebbe esercitare il recesso e qui nasce la cifra cruciale: 2,77 euro. È il prezzo riconosciuto in caso di rinuncia all'operazione ed è quello sul quale si sta stabilizzando il titolo in Borsa, che ha chiuso l'ultima seduta in calo di quasi un punto percentuale a 2,78 euro. Gli altri numeri sono chiari: se Mfe nascerà, secondo il diritto olandese Fininvest avrebbe il 47,8% dei diritti di voto, mentre se l'operazione naufragasse, con la maggiorazione da poco varata nello statuto Mediaset, Fininvest avrebbe il 52,1%. Strade diverse ma 'win-win' per la finanziaria dei Berlusconi, con Bolloré che sta cercando alternative per uscire dal'angolo.

 
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