Mediaset, Vivendi può votare in assemblea la fiduciaria Simon no

Mediaset, Vivendi può votare in assemblea la fiduciaria Simon no
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Sabato 31 Agosto 2019, 21:33
Vivendi è soddisfatta per il via libera del Tribunale di Milano al voto in assemblea il prossimo 4 settembre, ma Mediaset lo è ancora di più, nonostante uno scambio di dichiarazioni vivace tra Milano e Parigi. Il giudice Amina Simonetti ha disposto di «ammettere i 113,533 milioni di azioni possedute direttamente da Vivendi, pari al 9,61% del capitale sociale di Mediaset e al 9,99% dei diritti di voto». Una decisione di cui Vivendi «si rallegra» dopo aver fatto ricorso in Tribunale lo scorso 4 luglio poiché era stata esclusa dall'assemblea del 18 aprile in cui si è approvato il voto maggiorato. Le fa eco prontamente il Biscione, che definisce quella dei Francesi come una «vittoria di Pirro» e
in una nota sottolinea «con soddisfazione» che il Tribunale ha ribadito la «nullità dell'acquisto della partecipazione del 19,8% di Mediaset in capo a Simon Fiduciaria» (la finanziaria a cui è stata trasferita la quota dei francesi eccedente il 9,99% nella società del Biscione).

Un particolare su cui Vivendi si dice pronta a ricorrere di nuovo in Tribunale, in quanto, come sostenuto da un suo legale, «Simon non è parte del procedimento». Affermazioni cui replica un portavoce di Mediaset invitando i legali di Vivendi a «leggere con attenzione l'ordinanza». In base a quest'ultima, che effettivamente ribadisce il congelamento della quota di Simon, Vivendi potrà indirizzare il suo 9,9% votando "no" al riassetto del Gruppo - e ha annunciato di farlo - ma non avrà i numeri necessari per bloccarlo, essendo stata esclusa dalla contesa proprio Simon Finanziaria, depositaria del 19,8% francese. Essendo quella del 4 settembre un'assemblea straordinaria, sarà infatti indispensabile il via libera dei 2/3 capitale presente in assemblea che, senza Simon, è scontato.

Fin qui la battaglia legale, che vede prevalere con la forza dei numeri la posizione del socio di maggioranza (Fininvest) di fondere Mediaset e Mediaset Espana per dare vita a Media For Europe (Mfe). Un progetto che secondo i francesi penalizzerebbe i soci di minoranza, i cui diritti sarebbero «indebitamente privati nel quadro degli statuti proposti da Mfe».

Poi però c'è la battaglia dei prezzi, su cui, al di là degli schieramenti, si potrebbe giocare la vera partita in assemblea. Il prezzo di recesso fissato per Mediaset, pari a 2,77 euro, è ora vicino al valore registrato venerdì in chiusura (-1,76% a 2,79 euro) e proprio da Piazza Affari potrebbero giungere sorprese. Quadro diverso a Madrid, dove per il via libera alla fusione basta la maggioranza semplice. La chiusura di Borsa di venerdì non è stata però incoraggiante (-1,57% a 5,75 euro), se si pensa al diritto di recesso fissato a 6,54 euro.

 
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