Manovra, dietrofront del governo su indennità dei ministeri e tasse sulle auto aziendali

Manovra, lite su auto e pensioni. Statali, sale lo stipendio ma solo per i ministeriali
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Venerdì 1 Novembre 2019, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 00:17

Il governo ha scritto l'ennesima bozza della manovra. Nell'ultima stesura viene ridimensionata la stangata sulle auto aziendali, ma la polemica in maggioranza non si è spenta. M5S e Italia Viva chiedono che la tassa venga proprio cancellata e annunciano battaglia in Parlamento. Insomma, pure le limature provocano tribolazioni. Gli ultimi
giorni sono serviti anche a definire i dettagli della nuova tassa frutto della fusione fra Imu e tasi, che avrà un'aliquota
dell'8,6 per mille. Una novità che non piace a Confedilizia, anche perché i sindaci potranno decidere di azzerarla, ma anche di alzarla, seppure entro certi limiti. È scomparsa, invece, una norma difficile da digerire per gli elettori: stanziava 100 milioni per armonizzare le indennità dei dirigenti dei ministeri e di Palazzo Chigi.

A recitare il ruolo dei grilli parlanti sono quasi sempre gli esponenti delle forze guidate da Luigi Di Maio e da Matteo
Renzi. Così, il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha lanciato un sarcastico appello: «Toc toc... c'è qualche altro leader che sostiene e che ha voluto questo Governo, che lo difende dalle bugie e dagli attacchi della destra?». Poche ore dopo, è arrivato un post su Facebook del leader Cinque Stelle: «Sulla manovra fatemi dire che siamo molto più soddisfatti rispetto all'inizio. Il governo ha fatto un ottimo lavoro di squadra».

La stretta sulle auto aziendali è stata l'ultimo vero scoglio. In una delle bozze della manovra, le tasse venivano
triplicate tout court. La nuova versione, invece, le lascia invariate per i veicoli ecologici e le innalza dal 30% al 60% o al 100% per quelli inquinanti. «Per me non è abbastanza», ha commentato il viceministro al Ministero per lo Sviluppo economico, Stefano Buffagni, del M5S. Mentre Renzi ha annunciato che in Parlamento il suo partito lavorerà «per eliminare le tasse su auto aziendali, plastica e zucchero». Tanto che il ministro dem per gli Affari regionali, Francesco Boccia, ha ironizzato: «Dopo i ct della nazionale ci sono i Ct della legge di bilancio. Ti dicono cosa togliere ma non ti dicono mai da dove prendere».

La versione definitiva della manovra dovrebbe arrivare a ore al Tesoro e lunedì in Parlamento, dopo un ultimo check, nel weekend, fra i tecnici del Ministero dell'Economia e di Palazzo Chigi. In maggioranza c'è qualche timore sull'iter, visto che la commissione Bilancio alla Camera è presieduta da un leghista, Claudio Borghi, che potrebbe avere la tentazione di mettere qualche granello negli ingranaggi.

Intanto, di bozza in bozza, la manovra prende forma. Sono stati definiti i prodotti su cui peserà la plastic tax da un euro al chilo. Ci sono le bottiglie e i tappi, le buste e le etichette, le vaschette per gli alimenti e il tetrapak. L'ultima stesura, però, prevede anche incentivi per i produttori di plastiche che adeguino i macchinari per produrre materiali biodegradabili e compostabili.

Per le imprese, il ministro allo Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, ha ricordato che viene «riconfermata in ogni suo aspetto» industria 4.0. E ha spinto l'asticella più in là: «Il Governo - ha detto - deve renderla triennale». Il ministro per il sud, Giuseppe Provenzano, ha invece rivendicato le misure per il Mezzogiorno. Uno degli obiettivi è far partire le zone economiche speciali per attrarre gli investimenti, anche facendo intervenire un Commissario.

 

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