A preoccupare l'associazione sono soprattutto "gli effetti negativi su artigiani e piccole imprese" nonostante l'apprezzamento per aver evitato "il temuto aumento dell'Iva" e confermato l'ecobonus.
"In particolare le modalità ipotizzate per il contrasto delle frodi in materia di crediti fiscali e l'obbligo del committente di versare le ritenute operate dalle imprese di tutta la filiera dell'appalto sui propri dipendenti provocherebbero un aggravio delle condizioni operative delle piccole imprese che - sottolinea CNA - già scontano il deterioramento del ciclo economico e le crescenti difficoltà nell'accesso al credito".
Per questo, l'associazione chiede che "la lotta all'evasione e all'elusione fiscale" non penalizzi "i contribuenti fedeli", sottolineando che "il mondo degli artigiani e delle piccole imprese non può rappresentare il principale bersaglio di misure e interventi che rischiano di generare un sistema fiscale ancor più distorsivo".
CNA rileva la necessità di "un fisco equo e amico ed è quanto mai urgente intraprendere un percorso di progressiva riduzione della pressione fiscale che grava su artigiani e piccole imprese.
"Consapevole delle difficoltà di costruire una politica economica con risorse scarse a causa dell'enorme sforzo per disinnescare le clausole di salvaguardia", l'associazione "confida nel confronto delle parti sociali con Governo e Parlamento per apportare miglioramenti alla manovra con particolare riferimento agli artigiani e alle piccole imprese".
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