Manovra, Boccia: "Crescita Paese deve essere priorità"

Manovra, Boccia: "Crescita Paese deve essere priorità"
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Venerdì 14 Dicembre 2018, 13:45
(Teleborsa) - "Intervenire sui saldi di bilancio senza considerare gli effetti della spesa sull'economia reale" non è la strada giusta per definire una Manovra votata alla crescita, bensì la costruzione di un insieme di misure volte a perseguire "obiettivi politici che prescindono dalle spiegazioni economiche".

Questo il giudizio espresso da Vincenzo Boccia, Presidente di Confindustria, intervenuto questa mattina alla Rome Investment Forum organizzata dalla Febaf.

Il tema della crescita del paese, secondo il Presidente, non emergerebbe ancora in pieno dalla manovra che - ribadisce Boccia - deve essere la priorità, considerato "il rallentamento dell'economia" a cui si assiste a livello globale.

"Serve visione", continua il numero uno degli industriali, per scongiurare "una correzione della manovra in corso che non è auspicabile".

Poi, il Presidente, si pronuncia in merito alle misure cardine della finanziaria giallo-verde (Pensioni e Reddito) affermando "non possiamo continuare a parlare solo di due o tre cose che sono anche importanti: dal reddito di cittadinanza alle pensioni, passando per la flat tax, gli autonomi e la sicurezza, ma che non danno certo soluzione alle domande degli industriali e del paese". "Per crescere", sottolinea Boccia, è necessario "partire da alcuni aspetti: lavoro, giovani, imprese, infrastrutture".

La procedura d'infrazione, conseguenza di un eventuale sforamento del deficit dettato dalla manovra, "non conviene né all'Italia né all'Europa", ha aggiunto il leader di Confindustria. "Speriamo che il premier Giuseppe Conte arrivi a una conclusione positiva" nelle trattative con la Commissione europea, afferma il numero uno dell'associazione imprenditoriale.

A proposito di Europa, Boccia afferma "abbiamo avuto confronti con la confindustria tedesca Bdi, con la francese Medef: insieme stiamo cercando di fare un Manifesto per l'Europa perché immaginiamo e sogniamo una Unione europea che possa lanciare un grande piano di investimenti transnazionale". Una soluzione, attraverso cui "i protagonisti dell'industria invitino la politica a dibattere non su 'Europa sì o Europa no, ma su come l'Europa deve fare un salto di stagione riformista ed evitare che la questione europea sia l'alibi per non affrontare le questioni nazionali, errore che non possiamo permetterci".
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