Maker Faire con Eni al Gazometro Ostiense: «Benvenuti nella città del futuro»

Maker Faire con Eni al Gazometro Ostiense: «Benvenuti nella città del futuro»
di Raffaele d'Ettorre
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Sabato 9 Ottobre 2021, 11:40 - Ultimo aggiornamento: 11:41

Il luogo scelto per la nona edizione di Maker Faire Roma, che continuerà fino a domani, ha un profondo valore simbolico, per tanti motivi diversi. La kermesse sull'innovazione si tiene infatti in quel Gazometro Ostiense sinonimo di un destino industriale mai davvero manifesto, sintomo più che icona di una propulsione dell'ingegno che non è mai riuscita a spezzare le catene dell'immobilismo cittadino. Perché la storia del Gazometro è legata a doppio filo al complicatissimo rapporto tra Roma e il cambiamento: osteggiato prima, accettato passivamente poi e infine abbandonato, per essere riscoperto a distanza di decenni quando i diktat del progresso tecnologico lo rendono ormai inevitabile.


L'AGENDA
Un progresso che oggi ritroviamo in questa Maker Faire simbolo della ripartenza, vissuta anche come occasione per restituire ai romani uno spazio di rilevanza storica, quei 12 ettari del vecchio complesso industriale che Eni ha da poco riqualificato, abbracciando l'impronta avveniristica che accompagna il quartiere fin dalla sua nascita. E non è un caso che proprio all'Ostiense l'azienda punti a creare un nuovo tech district di rilievo internazionale. Negli ultimi anni è lì che sono nate e cresciute tante nuove startup e realtà proiettate con forza verso l'economia digitale, dal Talent Garden Ostiense, nato per accelerare la crescita digitale, a Joule, la scuola di Eni per l'impresa, che è una fucina dove nascono gli imprenditori di domani. E poi c'è Zero, l'acceleratore di nuove imprese della Cassa Depositi e Prestiti (di cui Eni è partner) che nasce con lo scopo di selezionare le migliori startup in ambito Cleantech. Il fermento di certo non manca, tanto che il quotidiano britannico Guardian inserisce l'Ostiense all'ottavo posto nella classifica dei quartieri più promettenti d'Europa. Per sottolineare ancor di più il valore di questa trasformazione, Eni esporrà alla Maker Faire il suo Perimetro dell'Innovazione, quattro totem emblematici del percorso che ha traghettato il Gazometro lungo le ere.

Con la promessa di sviluppare progetti di innovazione che contribuiranno agli obiettivi dell'Agenda Onu 2030 e di trasformare ancora una volta l'Ostiense in un faro del progresso tecnologico. Una sorte marcata da tempo, fin da quando il quartiere era ancora terra di mezzo tra periferia e campagne e il compianto Ponte dell'Industria (per i romani semplicemente Ponte di Ferro) aveva scolpito nel futuro il destino dell'area, segnando i primi battiti di una timida rivoluzione industriale. Ma la Roma di allora non voleva una classe operaia: troppo alti i costi sociali, troppo complicata l'integrazione in un contesto cittadino che non aveva ancora abbracciato l'idea di essere capitale. Lo strappo arrivò finalmente con Ernesto Nathan. Londinese d'origine e romano d'adozione, divenne sindaco di Roma nel 1907 con un obiettivo irremovibile: imprimere alla città quello slancio industriale che aspettava da decenni. Sotto la sua guida, tra Tevere e Ostiense furono costruite una nuova officina per la produzione del gas e una centrale termoelettrica, i Magazzini generali e i primi tre gasometri del complesso industriale.


IL DESTINO
L'eredità di Nathan si rafforzò nel tempo e Ostiense divenne ancora una volta simbolo d'innovazione. Uno status sancito dalla costruzione, nel 1936, del grande colosso che conosciamo oggi, quel Gazometro con una capacità di 200 mila metri cubi, all'epoca il più grande d'Europa. Una programmazione urbanistica indecisa portò però al secondo grande stop per il quartiere, condannandolo a un letargo lungo più di cinquant'anni.

Troppe le abitazioni vicine ai fumi degli stabilimenti, troppe le attività produttive fra loro incoerenti.

L'officina del gas venne abbandonata e, insieme ad essa, quel gigante di ferro che sorveglia l'ansa del Tevere. Negli anni il Gazometro è diventato una star: del cinema, che ne apprezza il sapore steampunk svincolato dai canoni vittoriani, e della letteratura capitolina, che spesso lo prende in prestito come strumento narrativo per veicolare incertezza e contrasti. Alla sua ombra l'Ostiense ha cercato in tanti modi di reinventare quel passato incompiuto. Sono sorte nuove sedi universitarie, mentre la street art ha incastonato l'estetica industriale in un ambiente nuovo, pensato per l'intrattenimento e la movida notturna. Oggi, con la riqualifica, le startup e il nuovo flusso di investimenti, la speranza è che si possa finalmente voltare pagina e restituire al quartiere quel destino innovativo che Nathan aveva inseguito con tanta determinazione.

STAND
Il tema di questa edizione di Maker Faire è Fast Forward The Future In The Making, e la sfida questa volta è quella di immaginare la ripartenza nell'era post Covid con l'aiuto delle nuove tecnologie digitali. Ripensare l'innovazione significa ripartire dal passato per disegnare un futuro diverso, ed Eni, storico partner della manifestazione promossa dalla Camera di Commercio di Roma, è già al lavoro per il recupero dell'area industriale intorno al Gazometro. Per ricordare la storia e le sfide di un quartiere complesso, l'azienda presenta in fiera un'installazione pensata ad hoc, denominata Perimetro dell'Innovazione, ideata simbolicamente per rappresentare le sfide della transizione energetica. Il Perimetro è composto da quattro totem. Il primo, History, ripercorre la storia del Gazometro a cavallo tra le ere, sottolineandone l'importanza nel cinema che spesso lo ha scelto come scenografia da contrapporre agli scorci della Roma classica e felliniana. Qui verrà esposto un oggetto fisico storico appartenente al Gazometro.


IL REATTORE
Il secondo totem, denominato Future, mostra nel dettaglio il programma di riqualificazione dell'area; insieme ai contenuti multimediali, viene esposto anche il plastico che rappresenta il progetto di recupero dell'area. Il terzo totem, Strategy, punta sul concetto di transizione energetica intesa come trasformazione tecnologica, esponendo un modellino in stampa 3D del reattore di fusione magnetica. Il riferimento è alla società CFS (Commonwealth Fusion Systems), partecipata del gruppo italiano come azionista di maggioranza e del Mit di Boston, che ha da poco condotto con successo il primo test di fusione nucleare magnetica e che prevede di costruire entro il 2025 il primo reattore sperimentale. Il quarto totem, Modification, fotografa invece il presente dell'area raccontando Joule, la Scuola di Eni per l'Impresa, creata per promuovere la formazione imprenditoriale in un'ottica sostenibile. Stessa location anche per ZERO, l'acceleratore di nuove imprese della rete nazionale di Cassa Depositi e Prestiti (CDP), nato con lo scopo di selezionare le migliori startup che si occupano di riduzione delle emissioni, velocizzazione dei processi di transizione energetica e sviluppo dell'economia circolare. Le startup selezionate parteciperanno poi a un percorso di accelerazione della durata di 5 mesi, con il supporto della scuola Joule e di investitori selezionati.


LO SVILUPPO
Per il futuro è previsto un ulteriore sviluppo della zona del Gazometro in un'ottica d'innovazione nel campo delle nuove energie, con lo scopo di trasformare il quartiere Ostiense in un tech district di punta capace di competere con le maggiori realtà internazionali.
 

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