Lockdown, la denuncia della Puglia: persi 300 milioni di euro solo nel settore turistico

Lockdown, la denuncia della Puglia: persi 300 milioni di euro solo nel settore turistico
di Camilla Mozzetti
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Lunedì 10 Agosto 2020, 07:14 - Ultimo aggiornamento: 08:58

Il 2020 doveva essere l'anno della consacrazione: la crescita costante che si era imposta già a partire dal 2017 con il turismo a fungere da principale volano. Poi è arrivato il Covid-19 e il lockdown in una Regione che con i suoi 4.714 positivi al coronavirus dall'inizio dell'emergenza resta ancora un territorio con un'incidenza più bassa rispetto alla media nazionale (1,1 per mille abitanti a fronte di 3,9 della media italiana). Ma la Puglia si è fermata e il dato più allarmante lo elabora la Federalberghi che per l'anno in corso ha calcolato un crollo del 68,2% sulle presenze totali con una seguente perdita di 300 milioni di euro.

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E poco importa se in questi giorni diverse località balneari, dal Salento alla costa Ionica, abbiano ritrovato una parte di turisti. Anche perché dei 24.383 operatori turistici e culturali contati dalla Regione, circa 8 mila - stando ai calcoli delle varie associazioni di rappresentanza - devono ancora rimettersi in moto. «Quello che non si è venduto prima in termini di occupazioni di stanze - commenta il direttore della Confcommercio Puglia Giuseppe Chiarelli - non potrà mai essere recuperato. Il settore ricettivo turistico ha perso finora tra il 95 e il 98% del fatturato mentre a luglio l'occupazione si è fermata al 40% rispetto all'anno precedente. Il governo avrebbe potuto permetterci di riaprire prima del Nord». Sfuma così quel sogno di «vedere il Pil - aggiunge Pasquale Preziosa a capo dell'osservatorio sicurezza Eurispes e membro del Gruppo strategico di ripartenza della Puglia - crescere come negli ultimi anni con una media di circa il 3%». Il blocco dovuto all'emergenza sanitaria «Ha colpito in modo molto intenso il commercio, il turismo e l'industria - sentenzia la Banca d'Italia nel dossier di giugno Economie Regionali, l'economia della Puglia - In quest'ultimo settore le imprese prevedono un calo del fatturato di circa un quinto nel primo semestre rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente».

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I NUMERI
Intanto nel primo semestre del 2020 sono andati in fumo più di 2.600 posti di lavoro secondo lo studio sulle imprese attive condotto dall'Osservatorio economico di Aforisma con un'incidenza maggiore concentrata nelle tre province di Lecce, Brindisi e Taranto. La prima è stata quella più penalizzata, nonostante una crescita sui livelli occupazionali negli ultimi tre anni. Sempre Aforisma: «La provincia di Lecce ha perso 1.593 addetti, pari ad un tasso negativo dello 0,89 per cento: da 179.128 unità lavorative a 177.535». Segue poi Brindisi con 558 addetti in meno e Taranto con -495 occupati. A questi dipendenti se ne potrebbero aggiungere altri 7 mila se si considerano anche gli stagionali, coloro che lavorano sia nel settore agroalimentare e nelle coltivazioni oltre alle figure impiegate solitamente nella stagione estiva balneare. In ottica turistica a pagare il prezzo del lockdown sono stati anche «Gli eventi - aggiunge Sergio Fontana presidente di Confindustria Puglia - gli allestimenti fieristici, il turismo congressuale, settori che non solo sono rimasti fermi durante i tre mesi di blocco ma che non sono ancora ripartiti; senza contare tutta l'industria del wedding estero che proprio nel nostro territorio da anni attrae moltissimi stranieri europei e internazionali».

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LE PERDITE
Una brusca frenata è stata registrata nei mesi di stop anche dal settore aerospaziale con ingenti ripercussioni nel bacino di Grottaglie. Complessivamente il contraccolpo sul comparto produttivo della Regione, considerando il settore industriale e quello del terziario «Ha visto - conclude Fontana - una perdita di circa 2 miliardi di euro». Finora non sono mancati i supporti finanziari alle imprese. Di più, proprio la Confindustria è riuscita a garantire agli imprenditori un sistema di finanziamento circolare che permette, a fronte di una richiesta di liquidità, la possibilità di ottenere sulla quota totale un contributo a fondo perduto fino al 30%. «È chiaro però che ogni sforzo - conclude Preziosa dall'Eurispes - ora deve essere attuato per evitare che i finanziamenti del governo, quando arriveranno e se arriveranno, vengano erogati a pioggia».
Gli asset pugliesi, su cui sta lavorando il Gruppo strategico di ripartenza si focalizzano su cultura, istruzione, tecnologie, infrastrutture, comparto industriale legato principalmente all'agroalimentare e al turismo. Nelle prossime settimane la squadra presenterà alla Regione, per farlo poi arrivare al governo, un documento con gli interventi da realizzare.
 

 

 

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