Licenziamenti, altro stop. Bloccati fino a ottobre per tessile e calzature

Licenziamenti, altro stop. Bloccati fino a ottobre per tessile e calzature
di Andrea Bassi
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Sabato 26 Giugno 2021, 00:31 - Ultimo aggiornamento: 27 Giugno, 11:43

Il conto alla rovescia è quasi scaduto. Altri quattro giorni e il blocco dei licenziamenti per le industrie manifatturiere e delle costruzioni scadrà. Ma la tensione resta alta e così il governo si prepara ad una nuova proroga che tenga conto del difficile compromesso raggiunto nella maggioranza sotto la regia di Mario Draghi. Il nuovo congelamento sarà selettivo e arriverà con un decreto legge che potrebbe essere approvato già lunedì. Il blocco, e dunque la possibilità di ottenere ancora Cassa integrazione Covid, rimarrà solo per le imprese del settore tessile e delle calzature. Nella giornata di ieri ci sono stati costanti contatti tra il ministero del lavoro e quello dell’Economia, per capire se fosse possibile estendere il congelamento fino ad ottobre anche alle imprese manifatturiere coinvolte nei tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo economico.

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A rimanere nel “freezer” della Cassa Covid saranno circa 100 mila lavoratori.

A confermare che il governo si sta muovendo verso la nuova proroga, sono state anche le parole pronunciate ieri dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese. «C’è il problema», ha detto, «del blocco dei licenziamenti. La mediazione trovata», ha aggiunto, «spero che vada bene. Garanzie per i lavoratori è necessario che ci siano, sennò esiste un rischio sociale, ma questo sicuramente viene tenuto in considerazione». Oggi Cgil, Cisl e Uil manifesteranno in piazza proprio contro la fine del blocco. Le pressioni sul governo, insomma, restano pesanti. Ma, grazie anche al buon ritmo della ripresa economica e alla prossima riforma degli ammortizzatori sociali, ormai l’epoca dei blocchi generalizzati dovrebbe essere terminata. Anche perché l’accordo prevede dal primo luglio per l’industria e le costruzioni la possibilità di licenziare, a meno che non intendano utilizzare la Cassa integrazione “gratis” messa a disposizione dal governo nel qual caso resterebbe il divieto di mandare a casa il personale. Il decreto che sarà approvato lunedì dovrebbe valere poco meno di 3 miliardi. Fondi recuperati dal governo grazie ai risparmi che si sono registrati sugli aiuti a fondo perduto alle imprese. Le richieste ricevute dall’Agenzia delle Entrate sono state inferiori al previsto e nei conti dello Stato si è formato un “tesoretto”.

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I finanziamenti

I soldi non saranno usati solo per finanziare la Cassa Covid necessaria a prorogare selettivamente il blocco dei licenziamenti. Una quota parte delle risorse servirà per prorogare di altri due mesi, fino alla fine di agosto, il blocco dell’invio delle cartelle esattoriali. Anche qui in attesa di una soluzione che permetta alla riscossione di riprendere il suo normale iter, magari attraverso una rateizzazione dei ruoli che si sono formati durante la pandemia. Sempre sul fronte del lavoro sono attese altre misure. Innanzitutto una decontribuzione per il turismo in modo da favorire le assunzioni in un settore che ha subito più degli altri la crisi. E poi dovrebbe arrivare una norma per semplificare i contratti di espansione, ossia i contratti che permettono di prepensionare i dipendenti fino a 5 anni dall’età minima per la pensione. Siccome gli accordi dei contratti di espansione equivalgono a un licenziamento per le imprese, questo impedisce di ottenere una serie di sgravi sulle nuove assunzioni. Il prepensionamento dunque, non dovrebbe più essere equiparato a un licenziamento. 

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