Con lo sblocco del turnover, slittato al 15 novembre 2019, dovrebbero entrare nello Stato «150 mila» nuove leve l'anno, di queste un sesto dovrebbe tradursi in assunzioni 2.0. D'altra parte con il ddl 'Concretezzà, ora all'esame della Camera, «abbiamo espressamente previsto - ricorda Fantinati - che ci debbano essere assunzioni in via preferenziale di quelle figure tecniche e di esperti in Ict che oggi mancano alla P.A.». Intanto il ministero sta tentando di aiutare i singoli enti a nominare il cosiddetto 'capo hi-tech', previsto dal Codice digitale. Lo stato dell'arte non conforta: «In Italia - spiega il sottosegretario - sommando Regioni, Comuni, agenzie e tutto il pubblico, arriviamo a 13.563 enti. In questo momento, abbiamo 3.444 amministrazioni, pari al 26% del totale, che si sono dotate di questa figura».
Si parte quindi in salita ma «il trend è in aumento», assicura Fantinati. «Fino ad ottobre del 2018, solo 2.965 P.a, cioè il 21%, aveva ottemperato all'obbligo».
Dopo, ricorda, c'è stata la «circolare della ministra Bongiorno che sollecitava la nomina da parte delle amministrazioni inadempienti» e «da allora, abbiamo registrato un incremento del 3,5%. In pochi mesi, abbiamo fatto quello che non si era fatto in tre anni». Ora, per supportare le amministrazioni, Fantinati propone «un tavolo con università, ordini professionali, team digitale e Agid». Al dirigente in questione spetterebbero compiti non da poco. «Il digitale è una rivoluzione che comporta la reingegnerizzazione dei processi: non si tratta di scannerizzare i documenti, ma di passare a un nuovo paradigma». Per questo saranno favoriti corsi ad hoc e gestioni associate. La digitalizzazione appare così come l'ultimo tassello di un processo di restyling globale della P.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA