Il confronto su un singolo mese "potrebbe rivelarsi poco attendibile rispetto al trend che si delineerà nei prossimi mesi - spiega l'istituto - per un'analisi più indicativa dell'andamento infortunistico sarà necessario attendere un lasso di tempo maggiore pari ad almeno un trimestre".
I dati evidenziano un calo sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 41.475 a 40.712 (-1,8%) che di quelli in itinere, cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l'abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un calo pari al 10,3% da 6.433 a 5.771.
Più nel dettaglio, il numero degli infortuni è diminuito del 4,2% nella gestione industria e servizi (da 36.534 a 34.995) e del 2,6% in agricoltura (da 2.192 a 2.135), mentre nel Conto Stato si registra un aumento dell'1,9% (da 9.182 a 9.353).
L'analisi territoriale evidenzia un calo in tutte le aree del Paese: -2,4% nel Nord-Ovest, -3,8% nel Nord-Est, -4% nel Centro, -0,3% nel Sud e -4,2% nelle Isole. Tra le regioni con i maggiori decrementi percentuali Molise, Sardegna e Valle d'Aosta, mentre gli incrementi sono circoscritti a poche regioni, prime tra tutte Puglia, Campania e Friuli Venezia Giulia. La diminuzione interessa solo i lavoratori italiani (-4%), mentre quelli comunitari ed extracomunitari presentano incrementi pari rispettivamente all'8% e 1%.
“Esprimiamo grande preoccupazione per i dati diffusi dall'Inail riguardo agli incidenti mortali sui luoghi di lavoro, che nel mese di gennaio 2020 sono in aumento del 18,2 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019 - dichiara in una nota Paolo Capone, Segretario Generale dell'Ugl -.
Purtroppo, questo incremento ha riguardato tutti i settori, come l'industria, i servizi, l'agricoltura. Quasi ogni giorno, in tutta Italia si verificano incidenti mortali sul lavoro ed è un dato inaccettabile in un Paese civile come il nostro. Per questo, l’Ugl è impegnata con grande determinazione con la manifestazione ‘Lavorare per vivere’, al fine di sensibilizzare l'opinione pubblica sul triste fenomeno delle ‘morti bianche’. Un'attenzione che, ci auguriamo, riesca a far capire che c'è assoluto bisogno di più formazione e che la sicurezza rappresenta un diritto per tutti i lavoratori e un dovere per chi deve garantirla”.
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