Lavoro, cresce il precariato in Italia

Lavoro, cresce il precariato in Italia
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Giovedì 20 Gennaio 2022, 11:15
(Teleborsa) - Cresce il precariato in Italia. I lavoratori dipendenti a tempo determinato sono aumentati del 5,4%, passando dai 2,9 milioni di
febbraio 2020 a 3 milioni e 67 mila di ottobre 2021. Si tratta un numero maggiore di quello prepandemico. Anche le comunicazioni obbligatorie mostrano che nel 2021 la quota dei rapporti di lavoro cessati, con durata inferiore o pari a un anno, era il 74,7% nel primo trimestre e l'82,3% nel terzo trimestre, mentre i contratti con durata tra 1 e 3 giorni sono cresciuti da 265 mila a 433 mila
(+63,4%) nello stesso periodo.


Sono alcuni dei dati analizzati durante la riunione congiunta, in seduta pubblica, e terminata ieri sera, delle Commissioni Politiche economiche, Politiche sociali e sviluppo sostenibile,, Politiche UE e cooperazione internazionale del CNEL in seduta pubblica, a partire dalle evidenze emerse dal XXIII Rapporto sul mercato del lavoro e dai contributi di Banca d'Italia, Fondazione Di Vittorio e INAPP.

"L'idea è capire in che modo la marcata crescita acquisita per l'anno appena concluso (+6,2%) si stia trasmettendo ai canali occupazionali, considerando le note segmentazioni del mercato del lavoro in termini generazionali, di genere e di territorio – ha detto il presidente del CNEL Tiziano Treu - Restano troppo diffuse ed elevate le forme di lavoro precario, come il part-time involontario e i contratti a termine. Qui i caratteri negativi non consistono solo nella quantità di lavori temporanei, ma nella loro spesso brevissima durata che impedisce ogni prospettiva di sviluppo, e per altro verso nelle ridotte possibilità di trasformarli in contratti a tempo indeterminato o nei tempi lunghi della possibile trasformazione. Questo è un segno drammatico dell'incertezza delle prospettive che pesa anche sulle imprese disponibili ad assumere".


Prospettive interessanti provengono, in particolare, dal settore green come evidenziato nel documento CNEL: la Commissione Europea sottolinea come l'economia ambientale dell'UE sia piccola, ma in crescita (2,2% del PIL nel 2017), con una concentrazione in paesi con più alto valore aggiunto lordo (Germania, Italia, Francia) i quali rappresentano oltre la metà del totale dell'UE-27, gli stessi sono i principali datori di lavoro verdi dell'UE-27 (In Italia sono stati stimati circa 300- 400.000 posti di lavoro ambientali sulla base dei dati Eurostat EGSS database, 2020).
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