Il territorio cui fa riferimento lo scalo trapanese ha subito una pesante contrazione in termini di presenze turistiche e i numeri impietosi, illustrati due giorni fa nel corso della riunione degli Stati generali del Turismo svoltasi a Erice (che da sola ha accusato un calo del 60% nelle proprie strutture ricettive nel 2018 rispetto al 2017), descrivono in modo eloquente le perdite economiche e lo stato di crisi in cui è piombato il distretto turistico della Sicilia occidentale.
A dividere Airgest e Gesap non sono i 70 km che separano i due aeroporti, ma una visione diversa del gestore palermitano che ha fatto cadere l'ipotesi di ventilata alleanza. A crederci, ritenendola l'unico modo per conservare e rilanciare una infrastruttura come quella di Trapani in cui la Regione ha investito decine di milioni, è il governatore siciliano Nello Musumeci, il quale ha respinto la provocazione, avanzata proprio dal vertice del distretto turistico della Sicilia occidentale, di unire le sorti di Airgest e quella di Catania con SAC, che appena una settimana fa ha annunciato l'assorbimento di Comiso.
Si torna così a lavorare alla strategia del binomio Palermo-Trapani, tenuto conto che rivitalizzazione di Birgi appare imprescindibile dal ritorno del vettore irlandese che con il suo arrivo nel passato decennio ne decretò lo sviluppo, arrivando a stabilire una propria base con quattro aeromobili e a festeggiare, dieci anni fa, il milionesimo viaggiatore sullo scalo.
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