Si tratta di «un primo step importante», dice la segretaria nazionale della Filctem Cgil, Sonia Paoloni, spiegando alle
circa 170 lavoratrici in presidio davanti al ministero che in questi giorni di sospensione della procedura «a livello locale si cercherà di trovare una soluzione condivisa per prendere del tempo e per studiare soluzioni credibili e alternative a quella degli esuberi proposti dall'azienda». Che l'azienda produttrice di intimo e corsetti, con l'amministratore delegato Pascal Perrier, abbia preso tempo e abbia accettato di discutere al tavolo locale che si terrà con le parti sociali in azienda già questo mercoledì «significa che hanno capito che quella degli esuberi non è l'unica strada percorribile, però lo dobbiamo verificare», ha aggiunto la sindacalista sottolineando che da
parte di tutte le istituzioni locali e nazionali «c'è la volontà di trovare soluzioni alternative». A confermarlo c'è l'assessore alle Attività produttive dell'Emilia-Romagna, Palma Costi, che al termine dell'incontro ha definito la sospensione della procedura di mobilità «un primo passo in avanti». E ha ribadito che Regione e Comune di Bologna sono disponibili «ad accompagnare azienda e lavoratori in un percorso che non deve prevedere licenziamenti, ma un piano industriale vero, di rilancio produttivo di uno dei marchi più belli al mondo».
Dell'importanza che l'azienda presenti al più presto un piano industriale «che restituisca dignità a una regione e a un
marchio legato all'identità del territorio» ha parlato anche il vice capo di gabinetto del Mise, Giorgio Sorial. Quello ottenuto oggi è un «primo risultato» anche secondo il deputato del Pd, Andrea De Maria, che ora richiama tutte le istituzioni a proseguire «una forte iniziativa per difendere i posti di lavoro e un marchio di grandissimo valore per il paese».
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