Ita, via alla cessione: un partner europeo e azioni scontate ai 2.235 dipendenti. Ecco il Dpcm

Fissati anche dei paletti ben chiari la stabilità dell’assetto proprietario

Ita, via alla cessione. Un partner europeo e azioni ai dipendenti. Ecco il Dpcm
di Umberto Mancini
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Venerdì 18 Febbraio 2022, 22:49 - Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 16:34

Vendita diretta di Ita da parte del Tesoro ad un compratore europeo. E la possibilità che i dipendenti della compagnia, piloti e assistenti di volo, diventino azionisti della nuova società privatizzata. Nel Dpcm firmato da Mario Draghi l’11 febbraio, adesso all’esame della Corte dei conti, per il bollino finale, c’è il percorso per cedere il vettore tricolore. Il decreto del governo cita esplicitamente il piano industriale di Ita messo a punto dall’ad Fabio Lazzerini e dal presidente Alfredo Altavilla e la volontà del vettore di concludere «partnership e integrazioni con soggetti europei nel quadro di alleanze globali». Fissati anche dei paletti ben chiari: la stabilità dell’assetto proprietario, la dimensione industriale dell’operazione, la valorizzazione degli hub nazionali, lo sviluppo sui mercati strategici sul lungo raggio e la salvaguardia delle prospettive occupazionali. Parole che faranno piacere ai dipendenti e alle organizzazioni sindacali.

Ita, il Dpcm

Di fatto il percorso del Dpcm spiana la strada al gruppo Msc della famiglia Aponte che a fine gennaio aveva manifestato l’interesse ad acquistare la maggioranza di Ita insieme al colosso Lufthansa.

Percorso che allontana le mire di Delta Airlines e, visto che Air France resta fredda, indicano un sentiero preciso. Msc, colosso mondiale del cargo e delle crociere con 30 miliardi di fatturato, è una società di passaporto svizzero - dunque europea - e rileverebbe Ita attraverso una sua controllata con sede legale nell’Unione europea o, in alternativa, anche attraverso una delle tante società italiane che controlla nel Belpaese. Come partner industriale nell’operazione ha proposto il vettore tedesco Lufthansa. Proprio una newco tra i due gruppi potrebbe rilevare le quote messe in vendita, attraverso una Opv, dal ministero dell’Economia, azionista al 100 per cento di Ita. Si parla del 70-75%, ma qui la scelta va ancora fatta. Come già anticipato dal ministro Franco lo Stato cederà certamente la maggioranza di Ita, conservando una «partecipazione di minoranza» ma non di controllo.

Lo Stato italiano, però, vuole avere voce in capitolo nella gestione di Ita e imporrà all’acquirente - dice il decreto - «opportuni accordi di governance», proprio perchè vuole lo sviluppo della compagnia e il «suo potenziamento». Il decreto conferma, come anticipato dal Messaggero, che la cessione avverrà a trattativa diretta o con un’Offerta pubblica di vendita. In questo secondo scenario, i dipendenti - attualmente circa 2235 - saranno incoraggiati a comprare azioni della compagnia aerea nazionale durante il processo di privatizzazione. Acquisto che avverrà, come già accaduto con altre privatizzazioni, a condizione favorevoli. In particolare, le lavoratrici e i lavoratori si aggiudicheranno azioni dentro quote riservate, a prezzi più bassi. Il valore di Ita, secondo alcune stime, oscilla tra 1,1 e 1,3 miliardi.

Il governo ricorda anche che, in prospettiva, potrà liberarsi della quota di minoranza detenuta in Ita. E che l’intera operazione dovrà essere perfezionata rapidamente. La Commissione Europea - ricorda il Dpcm - ha autorizzato l’Italia a investire nella compagnia aerea 1,35 miliardi di euro. Di questi, 400 milioni arriveranno a Ita entro il 30 marzo prossimo e gli ultimi 250 milioni - appunto - nel 2023. I soldi che l’Italia incasserà dalla cessione di Ita avranno una destinazione certa: ridurranno la «consistenza dei titoli di Stato in circolazione» - dunque il debito pubblico - come impone la legge 432 del 1993 sulle privatizzazioni. Con questa operazione Draghi mantiene la parola data all’Europa. E chiude di fatto il cerchio sull’operazione Ita-Alitalia.

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