Draghi: «Su Ita decidiamo noi, non lasciamo la questione al prossimo governo»

Tutti i paletti dopo la richiesta della Meloni di rinviare la trattativa al prossimo governo

Draghi: «Su Ita decidiamo noi, non lasciamo la questione al prossimo governo»
di Umberto Mancini e Alberto Gentili
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Venerdì 5 Agosto 2022, 01:01 - Ultimo aggiornamento: 11:53

Il dado è tratto. Mario Draghi, come anticipato dal Messaggero del 31 luglio, ha confermato che gestirà lui la privatizzazione di Ita Airways, ma serviranno altri 10 giorni perchè le proposte arrivate da Msc-Lufthansa e Certares-Delta Air France siano «pienamente coerenti» con i desiderata dal governo. Il premier ha fatto chiarezza al termine del Cdm, spiegando in conferenza stampa le prossime mosse e ribadendo i paletti entro i quali si deve inserire la cessione della compagnia di bandiera.

Per quanto riguarda la scelta del partner di Ita, «non è mia intenzione lasciare la questione al prossimo governo. Dobbiamo fare il nostro dovere fino in fondo.

La scelta del vincente in questa gara dovrà avvenire nei tempi che darà il ministero dell’Economia e delle Finanze, che sono brevissimi».

Una risposta a Giorgia Meloni, nettamente contraria alla vendita della newco. «Mi auguro che il presidente Draghi smentisca l’ipotesi di un’accelerazione del processo di vendita di Ita a Lufthansa», aveva martedì detto la leader di Fratelli d’Italia. 


Ma Draghi ha sfiorato anche alcuni temi più politici. E visto che la sua agenda è diventata tema di campagna elettorale, il premier ha spiegato: «Risposta pronta e credibilità, sono queste le caratteristiche della mia agenda. Quando ho iniziato non avevo un’agenda Draghi, che è fatta di risposte ai problemi, di obiettivi raggiunti. È difficile dire che esiste un’agenda: sono le risposte pronte ai problemi che si presentano, come i bisogni dell’economia, delle famiglie, delle famiglie più povere». Insomma: «Risposta pronta e credibilità». E «il governo ha avuto credibilità interna e internazionale, avere il credito internazionale alto è importantissimo».


Ma si è voluto togliere anche un bel sassolino dalla scarpa, quando ha rivelato di aver rivolto, a conclusione della riunione del governo, «i migliori auguri di buone vacanze ai ministri che non faranno campagna elettorale», mentre a quelli «che la faranno ho augurato veramente che si verifichino tutti i desideri e i sogni. Sono molto vicino a tutti loro...». Una evidente stoccata ai politici - molti anche nel suo governo - prodighi in queste ore di promesse mirabolanti.

Non è mancata una risposta a Matteo Salvini che, da Lampedusa, aveva accusato il governo di aver riservato un’«accoglienza indegna» ai migranti: «Credo che il governo abbia lavorato bene. Si poteva fare molto di più, ma si è fatto il possibile». E a chi gli ha chiesto come affrontare l’autunno caldo che potrebbe stagliarsi all’orizzonte. «Non so quale formula politica - ha risposto Draghi - ma coesione sociale e, come forse ha detto Guido Crosetto, coesione politica, un clima di consapevolezza delle difficoltà che tutti gli italiani incontreranno alla fine dell’anno. Questo dovrebbe ispirare secondo me l’azione di governo». 


Per quanto riguarda il dossier Ita, il premier ha aggiunto: «La procedura è stata avviata in primavera attraverso un dpcm e gestita dal Tesoro». Le due offerte presentate dalle due cordate non sono però “pienamente coerenti” con i principi stabiliti dal Dpcm. Proprio il ministro Franco li ha ricordati in successione: massimizzazione del valore della compagnia e garanzie sul fronte occupazione, dello sviluppo industriale, dell’assetto di governance. Insomma, Msc-Lufthansa da un lato e Certares-Delta-Air France dall’altro hanno adesso 10 giorni di tempo per adeguarsi, migliorare le proposte e tornare all’assalto, formulare nuove offerte vincolanti. 


LE CARENZE
Prima di cedere Ita il governo vuole avere garanzie forti sul fronte occupazionali e su quello della governance. Temi che evidentemente sono ancora poco definitivi all’interno delle due proposte. Il punto centrale, secondo fonti vicine al dossier, riguarda i poteri del Tesoro, che dovrebbe avere circa il 20% della compagnia privatizzata. E che chiede di poter esprimere il proprio giudizio sulle scelte strategiche, proprio allo scopo di salvaguardare l’investimento da 1,3 miliardi impiegato per lanciare Ita. Nessuna invasione di campo, si precisa, ma la possibilità di indicare la rotta verso lo sviluppo, incrementando i livelli occupazionali, lo sviluppo delle tratte internazionali, il rilancio del made in Italy. In mattinata era stato il gruppo Lufthansa a sollecitare il governo a prendere una decisione in tempi rapidi. «Abbiamo scritto una lettera al premier italiano Mario Draghi sul fatto che bisogna essere veloci e che la nostra pazienza non è infinita», aveva spiegato l’amministratore delegato Carsten Spohr che ora, insieme a Gianluigi Aponte, proprietario di Msc, avrà l’onere di formulare una nuova proposta per rilevare l’80% della compagnia tricolore per 800-850 milioni di euro. Draghi ha comunque accontentato i sindacati, Fit Cisl in testa, che vogliono una rapida privatizzazione. Dieci giorni - ha concluso il premier - e il dossier verrà chiuso.

 

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