Quanto allo Stato, buone notizie per il deficit: stabile rispetto allo stesso periodo del 2018 (1,8%) ma in calo, ai
minimi dal 2007, se si guarda al dato complessivo sui nove mesi (3,2%). Di certo aiutano i risparmi totalizzati nei tre mesi sugli interessi pagati per il debito, quasi 900 milioni. E ciò nonostante l'impennata registrata dallo spread ad agosto, in concomitanza con la crisi del governo giallo-verde. La pressione fiscale, invece, pur scendendo di un decimo di punto nel trimestre risulta ai massimi dal 2015 cumulando i valori fin qui a disposizione per il 2019 (39,2%).
Tendenza e congiuntura non coincidono neppure passando ai prezzi: a dicembre il tasso risale allo 0,5% mentre la media annua dimezza il valore registrato nel 2018 (allo 0,6% dall'1,2%). Comunque sempre di zero virgola si tratta, con l'Istituto di statistica che conferma la «debolezza» dell'inflazione. Debolezza più accentuata rispetto a quanto
avviene nell'eurozona, dove lo scorso mese l'indice è salito all'1,3%. Ma qualcosa potrebbe cambiare nei prossimi mesi, con il riflettersi delle tensioni in Medio Oriente sulle quotazioni del greggio.
I consumatori temono che le fiammate del petrolio possano generare rialzi sulla benzina. «Il rischio concreto ora è quello di un'ondata di rincari per prezzi e tariffe in tutti i settori, determinata sia dal caro-carburanti, sia dalle speculazioni che saranno messe in atto: costerà di più non solo fare il pieno alla propria automobile, ma anche fare la spesa e acquistare frutta, verdura e generi alimentari, considerato in Italia l'86,5% dei prodotti viaggia su gomma. Sarà più caro viaggiare e spostarsi e anche le bollette energetiche potrebbero subire a breve una stangata», è lo scenario fosco delineato dal Condacons. Per l'associazione a tutela del consumatore il rialzo di reddito e potere d'acquisto è quindi solo un «effetto ottico» dovuto a quella che Confesercenti ha ribattezzato la «calma piatta dei prezzi».
In effetti lo stesso Istat chiarisce come quando a movimentare il tasso è la benzina occorre cautela. Si tratta,
spiega, di «una componente volatile». E Confcommercio, commentando i dati, insiste sulle «dinamiche molto contenute dei prezzi». Anche il carrello della spesa a dicembre, pur salendo, si mantiene sotto la soglia dell'1%, attestandosi allo 0,8%. Addirittura lo scorso anno lascia un'eredita negativa al 2020: nell'ipotesi di prezzi invariati per tutti i dodici mesi l'Italia ricadrebbe in deflazione.
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