Prosegue la crescita dei prezzi all'import che si confermano in accelerazione su base annua (+18,5%, da +17,5% di gennaio), spinti in particolare dai rialzi dei prezzi dei prodotti energetici nell'area non euro.
L'Istat stima a febbraio una crescita congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l'estero, più intensa per le importazioni (+5,4%) che per le esportazioni (+1,6%). L'aumento su base mensile dell'export è dovuto all'incremento delle vendite verso entrambe le aree, Ue (+1,3%) ed extra Ue (+2%).
Nel trimestre dicembre 2021-febbraio 2022, rispetto al precedente, l'export cresce del 5,8%, l'import del 13,6%.
Sempre a febbraio, l'export cresce su base annua del 22,7%, con un forte aumento delle vendite sia verso l'area Ue (+24%) sia verso i mercati extra Ue (+21,1%). L'import registra un incremento tendenziale più marcato (+44,9%), che coinvolge sia l'area Ue (+28,3%) sia, in misura molto più ampia, l'area extra Ue (+69,6%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all'aumento tendenziale dell'export si segnalano: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+24,4%), sostanze e prodotti chimici (+34,1%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+23,1%) e prodotti petroliferi raffinati (+98,5%).
Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all'incremento dell'export nazionale sono Germania (con un aumento del 21,3%), Stati Uniti (+24,4%), Francia (+16,0%) e Spagna (+33,3%).
A febbraio il disavanzo commerciale è pari a 1.662 milioni di euro, a fronte di un avanzo di 4.750 milioni dello stesso mese del 2021. Il deficit energetico (-7.263 milioni) è molto più ampio rispetto a un anno prima (-2.213 milioni). L'avanzo nell'interscambio di prodotti non energetici si riduce a 5.600 milioni, da 6.964 milioni di febbraio 2021.
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