Irpef, detrazioni ridotte per tagliare l’imposta: tre piani sul tavolo

Irpef, detrazioni ridotte per tagliare l’imposta: tre piani sul tavolo
di Luca Cifoni
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 00:44 - Ultimo aggiornamento: 19:06

«I principi di fondo sono semplificare il nostro sistema fiscale, io ho trovato una giungla di tax expenditures, bonus e detrazioni. Abbiamo un sistema che ha raggiunto un livello di complicazione molto alto». Davanti alla platea di commercialisti ed esperti radunata a Telefisco del Sole 24 ore, il ministro dell’Economia non si sbilancia sulla riforma che dovrà vedere la luce ad aprile, sotto forma di legge delega («non abbiamo una ricetta pronta in tasca», ci tiene a precisare). Ma con il riferimento alla necessità di disboscare la selva di agevolazioni che si sono stratificate nel tempo dà comunque un’indicazione almeno di massima sulla direzione di marcia. Al ministero dell’Economia l’analisi del dossier entrerà nel vivo solo nei prossimi giorni (intanto dovrebbe andare in Gazzetta ufficiale il decreto con il taglio del cuneo fiscale) e i nodi da sciogliere sono più di uno. Il primo, squisitamente politico, riguarda il profilo della riforma: potrà abbassare la pressione fiscale su tutti i contribuenti che pagano l’imposta sul reddito delle persone fisiche o dovrà limitarsi a redistribuire il gettito esistente, ad esempio a vantaggio del ceto medio e delle famiglie? La risposta a questo quesito orienterà inevitabilmente la messa a punto delle misure. Italia Viva vorrebbe caratterizzare decisamente il provvedimento come una riduzione generalizzata del carico fiscale, che andrebbe però finanziata con equivalenti tagli della spesa. Se invece si accetta almeno in parte l’idea di compensare la minore Irpef con altri incrementi di gettito, diretti o indiretti, allora le aree di intervento - accanto alla lotta all’evasione - sono essenzialmente due. Da una parte ci sono i circa 20 miliardi di clausole di salvaguardia Iva: potrebbero essere sterilizzate solo in parte lasciando spazio ad aumenti selettivi di aliquota. Un’ipotesi che lo stesso Gualtieri non ha escluso, pur spiegando che va maneggiata con cura. L’altro ambito da esplorare è appunto quello delle attuali agevolazioni, in particolare deduzioni e detrazioni relative alla stessa Irpef.

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Anche in questo caso si tratta di un terreno delicato. L’intenzione di procedere ad una razionalizzazione è stata avanzata più volte nel corso dell’ultimo decennio (e in realtà anche prima); commissioni di esperti hanno lavorato e fornito cataloghi aggiornati e ragionati delle misure in essere ma i risultati sono stati scarsissimi ed anzi persino nell’ultima legge di Bilancio hanno trovato posto nuove tipologie di “sconto”. La via maestra sarebbe quella di passare in rassegna le varie agevolazioni per cancellare o quanto meno depotenziare quelle che non hanno più una ragion d’essere economica o sociale; ma il lavoro è lungo e politicamente sensibili, per le prevedibili proteste dei vari gruppi di interesse. Un’ipotesi alternativa è quella di una “limatura” orizzontale, lineare, che porterebbe ad esempio tutte le detrazioni ad un livello più basso (il 15 invece del 19 per cento). Infine si pensa anche ad un tetto complessivo individuale, legato al reddito: al di sopra di una certa soglia non potrebbero essere portare in detrazione ulteriori spese. Il gettito guadagnato con uno di questi correttivi, o con una combinazione dei tre, servirebbe ad abbassare le aliquote.

Il ministro dell’Economia, nel corso di un’audizione parlamentare, si è soffermato anche sulla riforma del catasto, ovvero un’ulteriore questione piuttosto complessa. Un’eventuale riforma dovrebbe comunque essere a invarianza di gettito. Infine Gualtieri ha espresso soddisfazione per le nomine alle Agenzie fiscali. In particolare Ernesto Ruffini, tornato alla guida delle Entrate, è stato definito «una personalità di grandissima competenza».
 

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