A maggio 2009, la Commissione europea aveva inflitto al produttore di microprocessori un'ammenda per aver abusato della sua posizione dominante sul mercato mondiale dei processori x86 nel periodo tra l'ottobre 2002 e il 2007, mettendo in atto una strategia volta a estromettere dal mercato i suoi concorrenti. In particolare, Intel avrebbe applicato a quattro grandi produttori di apparecchiature informatiche (Dell, Lenovo, Hewlett-Packard e NEC) sconti condizionati al fatto che questi si rifornissero dalla stessa per tutto, o quasi tutto, il loro fabbisogno di processori x86. L'analisi realizzata dalla Commissione "è incompleta e, in ogni caso, non permette di dimostrare in modo giuridicamente sufficiente che gli sconti controversi della ricorrente erano in grado di o idonei ad avere effetti anticoncorrenziali", ha affermato oggi la Corte UE.
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