La Cassazione, invece, con questa sentenza riconosce il diritto all'assegno, sostenendo che il rapporto giuridico fra l'Agenzia per il lavoro e il lavoratore si realizza anche nei periodi di disponibilità».
Viene quindi confermata la natura retributiva dell'indennità di disponibilità, peraltro già gravata da contribuzione previdenziale piena. NIdiL Cgil e Inca Cgil auspicano che ora l'Istituto recepisca al più presto la decisione della Corte di Cassazione, riformando il proprio approccio interpretativo e ristorando nel loro diritto tutti quei lavoratori che nel corso di questi anni hanno subito una grande ingiustizia. «Le strutture sindacali Cgil - conclude il comunicato - sono a disposizione di tutte quelle lavoratrici e quei lavoratori somministrati che si sono visti negare nel tempo il loro legittimo diritto a percepire l'assegno al nucleo familiare nei periodi di disponibilità. Nelle prossime settimane partirà una campagna per informarli che è possibile richiedere la prestazione che, prima di questa sentenza, sembrava loro interdetta».
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