I prezzi corrono un po’ dappertutto, ma l’esposizione alla guerra in Ucraina mette l’Europa più a rischio delle altre potenze globali. E torna l’incubo stagflazione. In Turchia l’aumento dei prezzi al consumo ad aprile sfiora il 70% su base annua, la percentuale più alta registrata tra le economie del G20. E mentre la Federal Reserve americana decide una stretta monetaria senza precedenti in oltre vent’anni e la Bank of England alza oggi nuovamente i tassi nonostante i timori di recessione, la morsa dell’inflazione si fa sentire anche nell’Eurozona.
Le stime
Tra gli analisti negli Stati Uniti c’è chi vede la luce alla fine del tunnel per l’economia nazionale, escludendo una corsa dei prezzi fuori controllo come negli Anni Settanta: il picco, insomma, sarebbe già stato raggiunto.
La ricostruzione
Secondo una ricostruzione di Bloomberg, i mercati sembrano scommettere su un’accelerazione decisa dell’inflazione in Europa anziché negli Stati Uniti. La fiammata dei prezzi e le strette monetarie disposte dalle altre principali Banche centrali mondiali rinnova la pressione sulla Bce per alzare i tassi anche nell’Ue, una mossa che potrebbe però attendere la seconda metà dell’anno, anche se i falchi del consiglio direttivo dell’Eurotower vogliono per avere una decisione in questo senso già in estate, ricordando il mantra per cui il mandato dell’istituto è garantire la stabilità dei prezzi attorno all’obiettivo simmetrico del 2%: il rompicapo che preoccupa Francoforte è, tuttavia, la combinazione dell’inflazione record con la crescita lenta, a seguito del doppio shock provocato da pandemia e guerra. Il che produrrebbe un cocktail esplosivo: la stagflazione. Aumentare i tassi di interesse può aiutare a tenere sotto controllo l’inflazione, ma rischia di rallentare ulteriormente il Pil; al contrario, confermare la politica monetaria espansiva minaccia di spingere ancora i prezzi verso l’alto. Lo scenario ottimistico di rapida ripresa delle economie mondiali verso dei nuovi ruggenti Anni Venti (il paragone, fatto tra gli altri dal Financial Times, è con quelli del secolo scorso, che fecero seguito alla prima guerra mondiale) è rapidamente andato in fumo con l’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Che presenta un conto da pagare anzitutto alle economie del Vecchio continente, le più esposte alle conseguenze della guerra.